1342-1343
GIOVANNI BOCCACCIO, Amorosa visione, VII, 46-48; XXXV, 25-36
Tratto da: Tutte le opere di Giovanni Boccaccio, a cura di V. Branca, Mondadori, Milano 1967, vol. 3, pp. 42, 110
VII, 46-48
Retro a lui Niobè, il cui arguto
parlar fu prima cagion del suo male
e del danno de’ figli ricevuto.
XXXV, 25-36
Aver puoi già aver udito quanta gioia
avesse Niobè de’ suoi figliuoli,
e agual qui pare di dolor si muoia.
Guarda un poco innanzi, se tu vuoli:
superba lei potrai quivi vedere
ancora incerta de’ suoi tristi duoli;
lor poi appresso ad uno ad un cadere
morti dintorno a lei ancor vedrai,
per la superbia e suo poco sapere.
In trista angoscia ed in amari guai
la vedi quivi ritornata umile,
sanza suo pro di sé piangendo assai.