Niofc45

II-III sec. d.C.

IGINO, Miti, 9; 11

Testo tratto da: Igino, Miti, a cura di G. Guidorizzi, Adelphi, Milano 2000, pp. 78-79

9. Niobe

Anfione e Zeto, figli di Giove e Antiope, figlia a sua volta di Nitteo, per ordine di Apollo costruirono le mura di Tebe sino al sepolcro ardente di Semele e mandarono in esilio Laio, figlio del re Labdaco, per governare essi stessi. Anfione sposò Niobe, figlia di Tantalo e Dione, dalla quale ebbe sette figli e altrettante figlie. Niobe pregiava la sua prole più di quella di Latona e si esprimeva in modo arrogante nei confronti di Apollo e Diana: una (diceva) vestita come un uomo, mentre l’altro portava una veste svolazzante e capelli lunghi; lei stessa, inoltre, sopravanzava Latona per numero di figli. Per questa ragione Apollo trafisse i suoi figli mentre cacciavano nei boschi e Diana uccise tutte le figlie nella reggia ad eccezione di Cloride. Si racconta che allora la madre, privata dei figli, per il gran piangere divenne di pietra sul monte Sipilo e che ancora oggi colano le sue lacrime. Anfione poi, mentre tentava di impadronirsi del tempio di Apollo, fu trafitto dal dio.

 

11. Niobidi

Lerta, Tantalo, Ismeno, Eupino, Faidimo, Sipilo, Chiade, Cloride, Asticrazia, Siboe, Sictotio, Eudossa, Achenore, Ogigia. Questi sono i figli e le figlie di Niobe, moglie di Anfione.