Niofc44

II sec. d.C.

APOLLODORO, Biblioteca, III, 5, 46

Testo tratto da: Apollodoro, I Miti Greci (Biblioteca), a cura di Scarpi P., traduzione di Ciani M.G., Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1997, pp. 213-215

Figli: Sipilo, Eupinito, Ismeno, Damasittone, Agenore, Fedimo e Tantalo

Figlie: Etodea (Neera), Cleodossa, Astioche, Ftia, Pelopia, Asticrazia e Ogigia

Anfione sposa Niobe figlia di Tantalo che gli partorisce 7 figli, Sipilo, Eupinito, Ismeno, Damasittone, Agenore, Fedimo e Tantalo, e 7 figlie, Etodea (o Neera secondo alcuni), Cleodossa, Astioche, Ftia, Pelopia, Asticrazia e Ogigia. Esiodo dice che ebbe 10 figli e 10 figlie, Erodoto 4 maschi e 3 femmine, Omero 6 figli e 6 figlie. Niobe, madre felice, si vantò di essere più fortunata di Latona. Irritata, la dea scatenò contro i figli di Niobe i suoi figli, Artemide e Apollo: Artemide uccise le femmine in casa a colpi di freccia, Apollo uccise i maschi che erano, tutti insieme, a caccia sul Citerone. Si salvò dei maschi Anione, delle femmine la maggiore, Cloride, che andò sposa a Neleo. Secondo Telesilla si salvarono Amicla e Melibea, mentre Anfione fu ucciso dai due dèi. Niobe lasciò Tebe e si recò a Sipilo presso suo padre Tantalo e qui rivolse a Zeus una preghiera e fu trasformata in pietra: lacrime scorrono dalla pietra, di notte e di giorno.