80-92 d.C.
STAZIO, Tebaide, I, 711-712; III, 191-194; VI, 121-125, IX, 678-682
Testo tratto da: Stazio, Tebaide, introduzione di W. J. Dominik,, traduzione di G. Faranda Villa, BUR, Milano 1998, p. 173, 229, 365-367, 547
I, 711-712
Davanti a te, trionfante con le sue saette, ebbero terrore il verde Pitone e la madre tebana, (…)
III, 191-194
Una sola volta la nostra sorte fu simile a questa, uguale il genere delle sventure, quando l’empia figlia di Tantalo pagò le sue parole insolenti: circondata da molteplice sciagura, sollevava da terra tanti cadaveri, cercava tanti roghi.
VI, 121-125
Secondo una mesta consuetudine dei Frigi essa accompagna i funerali dei giovanissimi: era stato infatti Pelope, a quanto si diceva, a stabilire il rito e l’accompagnamento musicale adatto ai morti giovinetti, e a quel ritmo Niobe, distrutta dalle frecce di due faretre, aveva accompagnato in lutto a Sipilo ben dodici funerali.
IX, 678-682
A un tratto giunge, attraversando l’aria con volo veloce, la figlia di Latona e si ferma sulla cima del monte Dirceo: la riconoscono con paura i colli e le selve ove un tempo, denudatasi il petto, aveva usato le frecce crudeli fino a stancare il suo arco nel distruggere la prole numerosa di Niobe.