28-22 a.C.
PROPERZIO, Elegie, II, 20, 7-8; 31, 10-14; III, 10, 6-8
Testo tratto da: Properzio, Elegie, edizione critica con traduzione e note a cura di E. V. D’Arbela, Istituto editoriale italiano, Milano 1965-1966, Libro II, pp. 165, 261; Libro III, p. 101
II, 20, 7-8
(…) né tanto la superba Niobe presso le dodici tombe versa lacrime giù dal dolente Sipilo.
II, 31, 10-14
In esso vi era sul frontone il cocchio del sole e i battenti della porta, capolavoro di avorio libico, di cui uno rappresentava i Galli precipitati dalla cima del Parnaso, l’altro piangeva gli uccisi figli della Tantalide.
III, 10, 6-8
Che io non veda oggi nessun dolente, anche la pietra stessa di Niobe trattenga le sue lacrime (…).