III sec. a.C
TEODORIDA, Antologia Palatina, XVI, 132
Testo tratto da: Antologia Palatina IV Libri 12-16, a cura di F. M. Pontani, Einaudi, Torino 1981, p. 327
Ospite fermati e guarda: di Niobe Tantalide piangi –
Sboccata donna – gli infiniti lutti.
Hanno le frecce di Febo e d’Artemide a terra riverso
Dodici frutti del suo grembo; e lei,
con un aspetto di sasso e di carne commisto, s’impietra;
l’alto ghiacciato Sipilo ne geme.
Subdolo morbo per l’uomo la lingua, di cui la sfrenata
Dissennatezza genera sventura.