32: Pallade e Aracne

Titolo dell'opera: Minerva e Aracne

Autore: Luca Cambiaso

Datazione: 1575

Collocazione: Genova, Palazzo Doria (già Spinola), piano nobile, Sala delle Punizioni

Committenza: Giovanni Battista Spinola, detto il “Valenza”

Tipologia: dipinto murario

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Minerva colpisce Aracne tenendola per i capelli

Soggetto secondario: sullo sfondo donne intorno al telaio cui sta lavorando Aracne; Minerva travestita da vecchia le dà dei consigli

Personaggi: Aracne, Minerva, donne

Attributi: telaio (Aracne); elmo, calzari (Minerva)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti: disegno preparatorio per il gruppo centrale, penna e acquarello, 23 x 20 cm, Firenze, Uffizi

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Suida Manning B.- Suida W., Luca Cambiaso, la vita e le opere, Ed. Cheschina, 1958 Milano, pp. 25, 82-83; Gavazza E., La grande decorazione a Genova, Sagep, Genova 1974, vol. I; Rossi L., Dalla narrazione all’emblema: il mito di Fetonte nell’affresco ‘genovese’ del Cinquecento, in “Arte/Documento”, 4, 1990, pp. 102-111; Davidson Reid J. - Rohmann C., The Oxford Guide to the Classical Mythology in the Arts, 1300-1990, New York-Oxford 1993, I, p. 185; Magnani L., Luca Cambiaso, Da Genova all'Escorial, Sagep, Genova 1995, pp. 9-11, 237-239; De Marco B., Luca Cambiaso e l’antico: cicli pittorici genovesi, in “Studi di storia delle arti”, 8, 1995-96, pp. 55-72; Fabbri F., Palazzo di Giovan Battista e Andrea Spinola (Doria), in  La pittura in Liguria. Il Cinquecento, a cura di Parma E., Genova 1999, pp. 257-261; Cieri Via C., L’arte delle Metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos, Roma 2003, pp. 213-214.

Annotazioni redazionali: il 18 maggio 1563 i fratelli Giovanni Battista e Andrea Spinola acquistarono un lotto di terra su cui, per volere del primo, Giovanni Battista Castello detto il Bergamasco, e Bernardino Cantone costruirono il palazzo di famiglia sulla Strada Nuova (oggi via Garibaldi). Il palazzo fu terminato tra il 1567 e il 1569. Esso subì numerose trasformazioni nel XVII secolo e nel 1723 fu acquistato dai Doria, da cui il nome attuale. La decorazione degli interni (1570-1575), fu diretta da Andrea Semino con la collaborazione dei figli Alessandro e Cesare. La Sala delle Punizioni del piano nobile fu affrescata da Luca Cambiaso con scene tratte dalla mitologia classica volte ad illustrare la punizione inflitta dagli dèi ai mortali presuntuosi: entro stucchi settecenteschi di gusto rococò sono raffigurati al centro la Caduta di Fetonte, ai lati lo Scorticamento di Marsia, la Punizione di Aracne, la Caduta dei Giganti e la Caduta di Icaro - Cfr. scheda opera relativa. Negli angoli in monocromo Minerva, Mercurio, Ercole e Diana, probabilmente opera del Semino. Nel riquadro con il mito di Aracne (lato Nord) è raffigurato in primo piano il momento successivo alla contesa tessile, quando Minerva, adirata per il soggetto e per la perfezione tecnica della tela della giovane, dopo aver fatto a pezzi l’opera della rivale, la afferra per i capelli e la colpisce in volto con la spola usata per tessere. Sullo sfondo, al di sotto di una architettura classicheggiante con quattro colonne Aracne sta lavorando al telaio; numerose donne la osservano ammirate. Di spalle una vecchia sta parlando con Aracne: si tratta del travestimento assunto da Minerva per cercare di persuadere Aracne a non sfidare la dèa in una gara di tessitura. Tra i due episodi, sul prato, una donna guarda verso la scena della punizione in primo piano, ma sembra indicare sullo sfondo il momento in cui Aracne avrebbe potuto salvarsi, se solo avesse dato ascolto alla vecchia. Il mito, così come gli altri raffigurati nella stanza, è un ammonimento rivolto alla nuova nobiltà emergente da parte di un esponente della vecchia aristocrazia preoccupato per la sua posizione sociale. Lorenza Rossi nel suo articolo sul mito di Fetonte sottolinea come esso, oltre ad essere un monito contro la temeritas, possa rappresentare un’esortazione alla mediocritas, intesa come prudenza, accezione del mito che, secondo la studiosa, verrebbe palesata proprio nel Palazzo Doria-Spinola.

Chiara Mataloni