28: Pallade e Aracne

Titolo dell'opera: Minerva trasforma Aracne in un ragno

Autore: Giovanni Antonio Rusconi (1520-1587)

Datazione: 1553 (seconda edizione)

Collocazione: Le Trasformationi di m. Lodovico Dolce di novo ristampate e da lui ricorrette et in diversi luoghi ampliate con la tavola delle favole, In Venetia, appresso Gabriel Giolito dè Ferrari, 1553, f. 63

Committenza: Gabriel Giolito dè Ferrari

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia (63 x 90 mm)

Soggetto principale:

Soggetto secondario:

Personaggi: Aracne, Minerva

Attributi: cappio (Aracne); elmo, corazza, asta (Minerva)

Contesto: scena all’aperto con albero sulla destra

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Huber-Rebenich G., L’iconografia della mitologia antica tra Quattro e Cinquecento. Edizioni illustrate delle Metamorfosi di Ovidio, in “Studi Umanistici Piceni”, 12, 1992, pp. 123-133; Immagini degli dei. Mitologia e collezionismo fra '500 e '600, a cura di Cieri Via C., Leonardo Arte, Milano 1996, pp. 22-28, 290-291; Guthmuller B., Mito, poesia, arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni, Roma 1997, pp. 251-274; Glénisson-Delannée F., Illustration, traduction et glose dans les Trasformationi de Ludovico Dolce (1553): un palimpseste des Métamorphoses, in Le livre illustre italien au XVI siecle: texte/image. Actes du colloque organisé par le «Centre de recherche Culture et societe en Italie aux 15., 16. et 17. siecles» de l'Universite de la Sorbonne Nouvelle (1994), a cura di Plaisance M., Parigi 1999, pp. 119-147.

Annotazioni redazionali: in questa xilografia viene raffigurato il momento in cui Minerva trasforma Aracne in un ragno. La giovane tessitrice, dopo essere stata oltraggiata dalla dèa che, adirata, l’aveva colpita più volte sul volto, era corsa ad impiccarsi. Minerva “vedendola pendere, ne ebbe compassione e la sorresse”, salvandole la vita, ma subito dopo le fece un incantesimo che avviò la metamorfosi (Met., VI, vv. 130-138).  L’illustratore è riuscito a rendere perfettamente l’idea della metamorfosi in corso: Aracne, infatti, ancora appesa all’albero cui si era impiccata, è raffigurata con il corpo deformato, il ventre gonfio e le estremità che iniziano ad assottigliarsi e che saranno poi le zampe del ragno; solo la testa non porta ancora i segni della trasformazione. Anche in questo caso, il particolare del ventre gonfio viene ripreso dal Rusconi non dal testo di Dolce, ma da quello di Bonsignori (Arafm11), anche se la descrizione più dettagliata rimane quella fornita da Ovidio (Met., VI, vv. 143-144). Per una trattazione generale sul ciclo di illustrazioni di Giovanni Antonio Rusconi si veda la scheda opera 26.

Chiara Mataloni