09: Pallade e Aracne

Titolo dell'opera: Aracne e Minerva

Autore: Maestro di Boucicaut

Datazione: 1410-15 ca.

Collocazione: Lisbona, Fundaçao Calouste Gulbenkian, manoscritto del Des Cleres et Nobles Femmes, anonima traduzione francese del De Mulieribus Claris di Boccaccio, Ms. L.A. 143, f. 31v

Committenza:

Tipologia: illustrazione

Tecnica: miniatura (146 x 115 mm)

Soggetto principale: Minerva si avvicina ad Aracne, che lavora al telaio, per colpirla con una spola

Soggetto secondario: in primo piano a destra una terza donna al telaio

Personaggi: Aracne, Minerva, donna

Attributi: telaio (Aracne)

Contesto: interno di un edificio (terrazza?) aperto  elementi architettonici e paesaggio

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Bozzolo C., Manuscrits des traductions française d’ouvres de Boccace, XV siecle, Antenore, Parma 1973, pp. 23-25; 154-155; Branca V., Boccaccio visualizzato II: un primo elenco di codici illustrati di opere del Boccaccio, in “Studi sul Boccaccio”, XV, 1985-86, p. 131; Branca V., Boccaccio visualizzato: narrare per parole e per immagini fra Medioevo e Rinascimento, Einaudi, Torino 1999, vol. III, pp. 3-4; 11-13; 48-53

Annotazioni redazionali: il De Mulieribus Claris fu tradotto in francese nel 1401; nei sedici manoscritti che conservano il Des Cleres et Nobles Femmes mancano sia la dedica che il proemio, per cui non si conosce il nome dell’autore di questa traduzione. La critica ha cercato più volte di attribuirla a Laurent de Premierfait, colui che con il De Casibus Virorum diede l’avvio alle traduzioni in francese dell’opera di Boccaccio; oggi questa ipotesi non viene più presa in considerazione. Il manoscritto conservato a Lisbona era in origine illustrato da 105 miniature, di cui oggi ne restano circa la metà; pare che fosse appartenuto all’ammiraglio di Francia Prigent de Coëtivy (m. 1450). La miniatura in cui è raffigurato il mito di Aracne presenta una complessa ambientazione spaziale, con elementi architettonici sulla destra che si aprono su un paesaggio e un pavimento costruito prospetticamente, tanto che Millard Meiss (1968) ritiene che sia stata realizzata dal Maestro di Boucicaut in persona. Aracne sta filando al telaio, quando Minerva, riconoscibile dalla corona che ne sottolinea la regalità, le si avvicina per colpirla con una spola; questo particolare della vicenda, narrato da Ovidio (Met., VI, 132-133), non viene ripreso da Boccaccio. La scena è dominata dal grande telaio, cui lavora sulla destra un’altra donna, probabilmente un’aiutante.

Chiara Mataloni