1404-1405
CHRISTINE DE PISAN, La città delle dame, cap. XXXIX
edizione a cura di P. Caraffi, Luni editrice, 1997, pp. 185-189
Storia della vergine Aracne, che scoprì l’arte di tingere la lana e tessere gli arazzi finemente lavorati, così come la coltivazione del lino e la sua tessitura.
In effetti, Dio ha voluto dotare l’umanità di molte scienze vantaggiose e necessarie non solo per il tramite di queste dame, ma anche di molte altre, come per esempio una vergine dell’Asia, che si chiamava Aracne, figlia di Idmonio di Colofonie, che era meravigliosamente intelligente e abile. Il suo ingegno le fece inventare per prima l’arte di tingere la lana in diversi colori e di tessere opere d’arte nei drappi, così come fanno i pittori, in altre parole, gli arazzi. Era meravigliosamente abile in tutto ciò che riguardava la tessitura. Fu lei che, secondo il mito, sfidò Pallade che la trasformò in ragno. Questa donna inventò una scienza ancora più necessaria: fu lei a inventare per prima come coltivare il lino e la canapa, come pulirli, farli macerare, liberarne le fibre e pettinarle, come filare e tessere. Mi pare che questa attività sia stata abbastanza necessaria all’umanità, anche se molti uomini rimproverano alle donne di praticarla. Aracne inventò anche il modo di fabbricare reti, lacci e retini per prendere uccelli e pesci; e inventò la pesca e il modo di catturare con trappole, reti e lacci le forti e crudeli bestie selvagge, i conigli e le lepri, così come gli uccelli, tutte abilità ignorate sino a quel momento. Mi sembra che questa donna abbia reso un favore non piccolo all’umanità, che da allora ne ha tratto grande agio e utilità. Nonostante ciò alcuni autori, incluso Boccaccio che racconta queste stesse cose, ritengono che il mondo era migliore quando si viveva solo di bacche e di ghiande e si andava vestiti con le pelli degli animali, prima che fosse conosciuto tutto quello che ci permette di vivere in maniera più confortevole. Tuttavia con tutto il rispetto per lui e per tutti coloro che sostengono che la scoperta di queste tecniche per il benessere e il nutrimento del corpo umano sia stato un danno per l’umanità, io sostengo che quanto più le creature umane ricevono benefici, doni e grazie da Dio, tanto più esse sono tenute a servirlo. Se si fa un cattivo uso dei beni che Dio ha accordato e donato all’umanità, a beneficio degli uomini e delle donne e perché tutti ne facciano un uso misurato e conveniente, ciò deriva dalla malvagità e perversione di coloro che se ne servono malamente, e non perché le cose in sé non siano eccellenti e vantaggiose, se utilizzate in maniera lecita. Gesù Cristo stesso ce lo mostrò con la sua persona: egli usò il pane, il vino, il pesce, gli abiti colorati, le tele e tutto ciò di cui aveva bisogno, e non l’avrebbe fatto se fosse meglio vivere di ghiande e bacche. Egli rese un grande onore all’invenzione di Cerere, e cioè il pane, quando gli piacque dare agli uomini e alle donne il suo degno corpo sotto forma di pane, affinché se ne cibassero.