11: Giove e Alcmena

Titolo dell'opera: Ercole che strozza i serpenti

Autore: Giorgio Vasari (Arezzo 1551 - Firenze 1574)

Datazione: 1556-1557

Collocazione: Firenze, Palazzo Vecchio, Sala di Ercole

Committenza: Cosimo dè Medici

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela

Soggetto principale: Ercole bambino strozza i serpenti sotto lo sguardo di Giove e Alcmena

Soggetto secondario:

Personaggi: Ercole bambino, Alcmena, Giove

Attributi: culla, due serpenti (Ercole bambino); aquila con folgori, elmo (Giove)

Contesto: camera da letto di Alcmena

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Davidson Reed J., The Oxford guide to classical mythological in the Arts, 1300-1990, Oxford University Press, New York - Oxford 1993, vol. I, pp. 99-100; Corti L., Vasari. Catalogo completo dei dipinti, Contini, Firenze 1989, pp. 93-94; Allegri E., Checchi A., Palazzo Vecchio e i Medici, Ed. Scelte, Firenze 1980, pp. 98-99; Muccini U., Le stanze del Principe in Palazzo Vecchio,Firenze 1991, pp. 83-84; Cieri Via C., Dal mito alla storia. Tempo e luoghi della rappresentazione mitologica nel Rinascimento (dispense universitarie)

Annotazioni redazionali: Il dipinto di Vasari è posto al centro del soffitto nella sala d'Ercole. Il resto degli affreschi affidati a Marco Marchetti da Faenza sono: Ercole uccide il toro di Creta; Ercole uccide l'Idra di Lerna; Ercole uccide il leone Nemeo; Ercole e Cerbero; Ercole ruba i pomi delle Esperidi; Ercole uccide Caco; Ercole soffoca Anteo; Ercole uccide Nesso. Il fregio che corre lungo le pareti rappresenta putti , paesaggi e globi. L'interazione dei globi con i paesaggi, nel contesto delle Fatiche di Ercole dichiara ulteriormente l'intenzione allegorica -politica di cui si nutre il programma decorativo. Vasari nei suoi Ragionamenti dichiara " la palla del mondo posta in su le spalle di Atlante, il quale non è altro che l'aiuto de'principi nel governo loro, fatti simili a Dio nella pietà nella clemenza, nella giustizia e nelle altre virtù, le quali membra fortissime sostengono la palla del mondo". Dalla seconda edizione delle Vite si apprende che la colossale impresa prese avvio da quell'appartamento "che è verso la piazza del grano". La decisione del duca Cosimo d'intervenire nel Palazzo della piazza, trasformando quello che era stato il simbolo della libertà repubblicana in una residenza ducale, coincide cronologicamente con la caduta di Siena e l'affermazione del regime politico-culturale incontrastato. Tutte le parti concorrono alla celebrazione della dinastia medicea e la summa di esse si ha in Palazzo Vecchio. Il programma del complesso ciclo decorativo degli appartamenti è affidata a eruditi capaci di ricavare dalla fusione di temi storici e mitologici una chiave di lettura apologetica. Tra di essi il primo a fornire un programma iconografico fu Cosimo Bartoli che elaborò insieme a Nicolò Mart un complesso repertorio per il Quartiere degli Elementi sulla base della Genealogia Deorum di Boccaccio e per quello di Leone X con la collaborazione del Varchi. Vasari incaricato dei lavori dette loro inizio il 28 Marzo 1555, avvalendosi del Gherardi, dello Stradano, di Marco Marchetti da Faenza e dello stuccatore Matteo di Niccolò. Il Quartiere degli Elementi dedicato alla Genealogia degli Dei corrisponde tematicamente a quello di Leone X, che celebra a sua volta gli "dei terrestri dell'Illustrissima casa dei Medici". Sempre nei Ragionamenti, a proposito del dipinto Ercole strozza i serpenti Vasari afferma " partorito appena dalla bontà di Dio (si riferisce a Cosimo) per essere capo di questo governo ed avvolto ancora nelle fasce di quello, quando il veleno della simulazione, dell'invidia dei cardinali venne per divorargli lo Stato, che egli con le mani ancora tenere strangolò tutti i pensieri, che non segui loro l'effetto velenoso e maligno". Vasari dunque instaura un parallelo tra Cosimo ed Ercole, anche l'eroe strangola i serpenti mandati dall'invidiosa Era, come racconta. Vasari opera un cambiamento in quanto nei testi antichi lo strangolamento dei serpenti non avvenne alla presenza di Giove, ma di Anfitrione. Pausania racconta che sia stato proprio quest'ultimo a mettere nella culla i due serpenti per capire chi fosse suo figlio.

Giovanna La Padula