sec. IV - V d.C.
Macrobio, Saturnalia Convivia
I 20, 6
Prima giornata
Nemmeno Ercole è estraneo alla sostanza polare: Ercole fornisce al genere umano il valore che lo innalza a somiglianza degli dei. E non credere che il figlio di Alcmena, nato presso Tebe in Beozia, sia stato il primo o il solo ad essere chiamato Ercole;
V 21, 1
Terza giornata
I nomi dei recipienti per bevande Virgilio li mette per lo più in greco, come ad esempio CARCHESIUM (=coppa a due manichi), CIJMBIUM (=barchetta), CANTHARIUS (=boccale), SCYPHUS (=tazza).
Delle coppe a due manichi dice:
"prendi le coppe del Meonio bacco
libiamo ad Oceano", dice;
e altrove:
AEN 5, 77 ivi due coppe secondo il rito libando
con puro bacco
Delle barchette:
AEN 3, 66 versiamo vasi schiumanti di
latte tiepido;
del boccale:
BUC 6, 17 e gli pendeva il boccale pesante
dal manico consunto;
delle tazze:
AEN 8, 278 e la sacra tazza riempì la destra;
Quale sia la loro forma e quali autori ne abbiano fatto menzione, nessuno si cura di indagare, contentandosi di sapere che si tratta di recipienti per bevande. Per quanto concerne le tazze e i boccali, denominazione di uso comune, è scusabile che si sorvoli. Ma per la charchesia a due manichi e per le cijmbia o barchette è diverso: in latino non so se ricorrano mai tali nomi e in greco sono rarissimi: non vedo perché non si senta l'obbligo di ricercare il significato di queste parole nuove ed esotiche.
Il charchesum è un recipiente per bevande noto soltanto ai greci. Lo menziona Ferecide nelle sue Storie dicendo che Giove regalò un charchesium d'oro ad Alcmena in compenso del suo amplesso. Ma Plauto abbandonò la parola insolita e nella sua commedia Anfitrione disse che fu data in dono una "patera", benché la forma dei due tipi di coppa sia del tutto diversa.
Infatti la "patera" è alta e ristretta nella parte centrale, fornita di manichi non molto grandi che si estendono dalla cima fino alla base.