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sec. V a.C.

Pindaro, Nemea X

A Teseo argivo lottatore

E tra gli dei immortale

levò Diomede la dea bionda dagli occhi cerulei;

e in Tebe accolse fulminata

la terra dai dardi di Giove

l'Eclide profeta, tempesta di guerra;

e in donne di splendide chiome

è prima dai tempi remoti;

e Giove quel vanto chiariva

che a Danae scese e Alcmena;

e nel padre d'Adrasto e in Linceo

frutto di senno accoppiava a diritta giustizia;

e il vigore nutrì d'Anfitrione;

che al vertice della fortuna

venne al solco dal dio seminato,

poi ch'ebbe nelle armi di bronzo

volti a sterminio i Teleboi;

a lui simile in volto

il re degl'immortali penetrava le stanze,

recando l'intrepido germe

d'Eracle, e, a lui sposa, incede

in Olimpo ora a fianco della pronuba madre

bellissima Ebe tra le dee.