sec. V a.C.
Pindaro, Istimica VII
A Strepsiade tebano vincitore del Pancrazio
Quale delle imprese di un tempo
sul tuo suolo, Tebe felice,
ti rallegrava più l'anima?
Quando forse, compagno a Demetra
dai crotali bronzei,
dava alla luce Dioniso
dall'ampia chioma; o notturno
in neve d'oro accoglievi
il supremo dei numi,
che sostando alle soglie d'Anfitrione accostava
la donna col seme d'Alcide?