73: Apollo e Marsia

Titolo dell’opera: Apollo e Marsia

Autore: Luca Giordano (1634-1705)

Datazione: 1659-1660

Collocazione: Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (205 x 259 cm)

Soggetto secondario: sullo sfondo dei satiri si disperano

Personaggi: Apollo, Marsia, satiri

Attributi: corona d’alloro, lira da braccio (Apollo); zampe caprine, barba, siringa (Marsia); corna, orecchie a punta (Satiri)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Ferrari O., Scavizzi G., Luca Giordano. L’opera completa, Electa Napoli, Napoli 1192, pp. 269-270; Luca Giordano 1634-1705, catalogo della mostra (Napoli, Vienna, Los Angeles 2001-2002) a cura di Spinosa N., Electa, Napoli 2001, pp. 166-169; Museo di Capodimonte, a cura di Utili M., Touring Club Italiano, Milano 2002, p. 357

Annotazioni redazionali: Nell’inventario della collezione del mercante fiammingo Ferdinand van den Eynden, stilato dallo stesso Giordano nel 1688, figura un “Apollo e Marsia di palmi otto per dieci mano di Luca Giordano alla maniera dello Spagnoletto”, che Ruotolo (1982) in base alle dimensioni identificava con questo dipinto. Dal momento che l’unico dato certo in nostro possesso su questa tela è che fu venduta nel 1879 allo Stato Italiano dagli eredi De Sangro, principi di Fondi, è molto più probabile che – come proposto dal Manieri Elia (1990) prima, e dal Ferrari (1992) poi – si tratti di un dipinto di proprietà del genovese Stefano de Marinis, il quale verso la fine del Seicento assunse a Napoli il titolo di marchese di Genoano; di qui l’opera passò ai de Sangro, per poi essere venduta, come si è detto, allo Stato Italiano che la destinò al Museo di San Martino; di recente l’opera è stata trasferita nelle raccolte del Museo di Capodimonte ed è esposta proprio accanto alla tela di Ribera cui si richiama (Cfr. scheda opera 71). Oltre alle evidenti similitudini iconografiche, la tela presenta la stessa costruzione compositiva che segue la diagonale dell’albero, lo stessa attenzione al dettaglio naturalistico, particolarmente evidente nel volto urlante di Marsia, una forte vicinanza stilistica, nonché una simile tavolozza cromatica in cui risalta il rosso del mantello di Apollo. In ogni caso, l’effetto finale della tela di Luca Giordano è più sfumato e meno netto rispetto a quella del Ribera (Utili, 2002, p. 357). Si conoscono altre due versioni autografe di questo soggetto, una in collezione privata a Napoli, una a Malta, proveniente dalla famiglia Carafa di Roccella.

Chiara Mataloni