
Titolo dell’opera: Marsia scorticato da Apollo
Autore: Jacob Jordaens (1593-1678)
Datazione: 1625 ca.
Collocazione: collezione privata
Committenza:
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela (146 x 117 cm)
Soggetto principale: Apollo scortica Marsia
Soggetto secondario: due satiri piangono e supplicano il dio di smettere; un cane si avvicina al bacile in cui scola il sangue di Marsia
Personaggi: Apollo, Marsia, satiri
Attributi: corona d’alloro (Apollo); orecchie a punta, corna (Marsia)
Contesto:
Precedenti: Jacob Jordaens, Marsia scorticato da Apollo, disegno (229 x 200 mm), Monaco, Staatliche Graphische Sammlung
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: d’Hulst R.A., Jakob Jordaens - Apollo beurtelings in strijd met Marsyas en Pan, in “Bulletin Musées Royaux des Beaux-Arts [Bruxelles]”, X, 1961, pp. 28-36; Jacob Jordaens (1593-1678). Tableaux et tapisseries, catalogo a cura di d’Hulst R.A., De Poorte N., Vandenven M., Réunion des Musées Nationaux, Bruxelles 1993, pp. 124-125; Jaffe M., Jacob Jordaens 1593-1678, selection and catalogue, National gallery of Canada, Ottawa 1968
Annotazioni redazionali: il dipinto, di cui si conserva a Monaco il disegno preparatorio, presenta un’iconografia molto particolare della punizione di Marsia. Il sileno è inginocchiato e legato con un lenzuolo bianco ad un albero di cui si vede solo il tronco; le mani sono immobilizzate con una corda, la testa, deformata da un urlo di dolore, poggia su un bacile dorato in cui viene raccolto il sangue fuoriuscito dalle ferite procurategli da Apollo, che con un coltello ha iniziato ad asportare la pelle del braccio di Marsia. Sulla sinistra un cane sembra leccare il sangue dal bacile; un particolare molto simile si ritrova nel dipinto di Tiziano, in cui sono presenti due cani, uno di taglia più grande trattenuto da un giovane putto, uno più piccolo che lecca il sangue di Marsia (Cfr. scheda opera 59). Di fronte al dio, coronato d’alloro a simboleggiare la vittoria conseguita nella contesa musicale, troviamo due personaggi, un fauno maturo caratterizzato da dei tratti moreschi e un giovane satiro; il primo, coronato di pampini, a ricordare forse la connessione di queste figure mitiche con il culto dionisiaco in contrasto con Apollo, supplica a mani giunte il dio di fermarsi e di risparmiare Marsia; il piccolo satiro piange per la triste sorte del suo compagno. Si tratta di una trasposizione piuttosto letterale degli ultimi versi ovidiani: “I Fauni campagnoli, divinità dei boschi, e i Satiri suoi fratelli, e Olimpo, a lui caro ance in quel momento, lo piansero, assieme a chiunque su quei monti faceva pascolare greggi lanute e mandrie cornute”. Le lacrime del satiretto potrebbero inoltre alludere alla nascita del fiume Marsia così come la racconta Ovidio: “Il suolo fertile s’inzuppò delle lacrime che cadevano, e inzuppatosi le raccolse e le assorbì fin nel profondo delle proprie vene; poi le convertì in un corso d’acqua, e riversò quest’acqua all’aria aperta. Così quel fiume che da lì corre tra rive in declivio verso il mare ondoso, si chiama Marsia, il più limpido fiume della Frigia”(Marsfc14). In ambito fiammingo il momento della punizione di Marsia è stato raffigurato raramente, molto più spesso quello della contesa musicale. Lo stesso Jordaens dedica un altro dipinto alla contesa musicale tra Apollo e Pan, in cui – sebbene Pan non abbia le classiche zampe caprine – compaiono i due giudici Tmolo, con una corona di felci, e Mida, con le orecchie asinine (http://imagencpd.aut.org/4DPict?file=20&rec=15.918&field=2&maxsize=400). Infine, nel catalogo delle opere di Jordaens del 1968 veniva ancora citato come un “Marsia scorticato dalle ninfe” il dipinto del Rijksmuseum di Amsterdam (http://www.rijksmuseum.nl/assetimage.jsp?id=SK-A-601), che invece – come dimostrato da studi più recenti – rappresenta un soggetto raro narrato nelle Eikones di Filostrato, quello di Pan punito dalle Muse.
Chiara Mataloni