
Titolo dell’opera: Apollo e Marsia
Autore: Guido Reni (1575-1642)
Datazione: 1618-19
Collocazione: Tolosa, Musée des Augustins
Committenza:
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela (277 x 196 cm) catalogo 220 x 176
Soggetto principale: Apollo scortica Marsia
Soggetto secondario:
Personaggi: Apollo, Marsia
Attributi: lira, coltello (Apollo); siringa (Marsia)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni: copia a Torino, Galleria Sabauda, in deposito alla procura della Repubblica
Immagini: http://www.augustins.org/en/collections/bdd/zoom.asp?num=D+1805+4
Bibliografia: Baccheschi E., L’opera completa di Guido Reni, Rizzoli, Milano 1971, p. 100, n. 103; Pepper D.S., Guido Reni. A complete catalogne of his works with an introductory text, Phaidon, Oxford 1984, p. 238, n. 64; Salvy G.S., Reni, Electa, Milano 2001, p. 149, n. 76; La peinture italienne au musée des Augustins, Catalogue raisonné, a cura di Hémeryn A., Mairie de Toulouse, Tolosa 2003, pp. 92-95
Annotazioni redazionali: il dipinto era a Torino nel 1635, quando compare nell’inventario della collezione dei Duchi di Savoia, futuri re di Sardegna, ricordato come “Martia scorticato da Apollo, figura intera. Di Guido Reni. Buona”. L’opera lasciò Torino nel 1799 durante le spoliazioni napoleoniche e fu inviata a Tolosa come regalo da parte dello Stato nel 1803. Entrò a far parte delle collezioni del Musée des Augustins due anni dopo (Pepper, 1984). Il soggetto rappresentato, la punizione inflitta da Apollo a Marsia, è stato ripreso più volte dagli artisti classicisti del Seicento perché consentiva di unire la brutalità della tortura inflitta a Marsia alla bellezza soprannaturale di Apollo. È proprio in quest’ottica che deve essere letto il dipinto di Tolosa, dove un Apollo tranquillo e dalla pelle particolarmente candida è contrapposto ad un Marsia urlante, con il volto deformato e la pelle colorita. Proprio il candore di Apollo aveva suscitato dei dubbi nella critica che riteneva che il dipinto non fosse stato completato e che quindi la figura di Apollo fosse rimasta con la sola preparazione in vista. In realtà, è molto più plausibile che Guido Reni abbia utilizzato il contrasto cromatico per sottolineare quello morale tra i due personaggi; tra l’altro la stessa soluzione cromatica viene adottata negli stessi anni anche dal Guercino (Cfr. scheda opera 66) e da Ribera (Cfr. scheda opera 71). La contrapposizione non si ferma qui, ma coinvolge anche gli atteggiamenti dei due: Apollo appare sereno, quasi non coinvolto emotivamente dalla tortura che lui stesso sta infliggendo a Marsia, il cui corpo contratto viceversa rivela invece il dolore causato dallo scorticamento. Nella sua analisi del dipinto, Hémeryn evidenzia una corrispondenza tra le azioni compiute da Apollo e Marsia e i rispettivi strumenti musicali abbandonati in terra: il dio scortica il suo avversario pizzicandogli la pelle come farebbe con le corde della sua lira, mentre Marsia si serve delle bocca e del fiato per urlare proprio come farebbe per suonare il flauto (Hémeryn, 2003, pp. 94-95).
Chiara Mataloni