65: Apollo e Marsia

Titolo dell’opera: Lo scorticamento di Marsia

Autore: Domenico Zampieri, detto Domenichino (1581-1641)

Datazione: 1616-18

Collocazione: Londra, National Gallery (già Frascati, Villa Aldobrandini)

Committenza: Cardinale Pietro Aldobrandini (1571-1621)

Tipologia: dipinto murale

Tecnica: affresco staccato e riportato su tela (210,2 x 331,4 cm)

Soggetto principale: Apollo scortica Marsia

Soggetto secondario:

Personaggi: Apollo, Marsia, satiri e ninfe

Attributi: corona d’alloro, lira, coltello (Apollo); zampe caprine, siringa, barba, orecchie a punta (Marsia)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.nationalgalleryimages.co.uk/Imagedetails.aspx?q=Rivalry&start=0&num=12&mode=&ng=NG6288&title=The+Flaying+of+Marsyas&artist=+DOMENICHINO+and+assistants&view=sm 

Bibliografia: L’ideale classico del Seicento in Italia e la pittura di paesaggio, catalogo della mostra a cura di Arcangeli F. et al. (8 settembre-11 novembre 1962 Bologna), Ediz. Alfa, Bologna 1962, pp. 72-82; Borea E., Due momenti del Domenichino paesista. Le “Mitologie” di Palazzo Farnese e della Villa Aldobrandini, in “Paragone”, 1963, pp. 22-23; Salerno L., A Domenichino series at the National Gallery: the frescoes from the Villa Aldobrandini, in "The Burlington Magazine", CV, Maggio 1963, pp. 194-204; Levey M., The Seventeenth and Eighteenth Century italian schools (Nazionale Galleries Catalogues), Londra 1971; Spear R.E., Domenichino, Yale University Press, New Haven – Londra 1982, vol. 1, pp. 195-201; Domenichino. 1581-1641, a cura di Strinati C. e Tantillo A., Electa, Milano 1996; Coliva A., Domenichino, “Art e Dossier”, n. 118, dicembre 1996

Annotazioni redazionali: l’affresco, staccato nel XIX sec. e conservato dal 1958 alla National Gallery, decorava in origine la cosiddetta Sala di Apollo nella Villa Aldobrandini a Frascati, la cui costruzione fu voluta dal nipote di papa Clemente VIII, il cardinale Pietro Aldobrandini. Lo schema originario della stanza è oggi ricostruibile solo grazie ad alcuni disegni. Sulle pareti erano raffigurati dieci episodi della vita di Apollo: Lo scorticamento di Marsia, Apollo e Pitone, Apollo che uccide due Ciclopi, Il Giudizio di Mida, Apollo e Dafne, La trasformazione di Ciparisso, Apollo protegge la testa di Orfeo, Apollo e Nettuno con Laomedone, Mercurio ruba le greggi di Admeto, Apollo uccide Coronide. In fondo alla grande sala rettangolare, si ergeva una fontana con un congegno musicale azionato a acqua, che raffigurava Apollo, le Muse e Pegaso sul Monte Parnaso, opera di Jacques Sarrazin e Giovanni Anguilla, oggi frammentaria. Il programma iconografico, ideato dal Domenichino in collaborazione con Monsignor Giovanni Battista Agucchi, segretario del cardinale Pietro Aldobrandini, era volto a celebrare il committente come nuovo Apollo e quindi come patrono delle arti; in quest’ottica il colle di Frascati diventava il Parnaso, il monte sacro delle Muse. Michael Levey sottolinea però come negli affreschi venga dato grande risalto al ruolo di Apollo come portatore di morte (Levey, 1971, p. 103). Per l’esecuzione del ciclo Domenichino si avvalse di alcuni collaboratori, come Alessandro Fortuna e Giovanni Battista Viola, specializzato nel genere del paesaggio, che proprio in questi affreschi inizia ad acquisire un’autonomia e un’importanza mai visti prima. Il riquadro con lo scorticamento di Marsia, essendo l’unica composizione orizzontale, si trovava si trovava senza alcun dubbio sul muro d’ingresso al di sopra della porta, e in base a un’analisi stilistica, è molto probabile che questa fu la prima scena del ciclo ad essere dipinta (Salerno, 1963). Inserito in un ampio paesaggio, Domenichino sceglie di raffigurare il tragico finale della storia di Marsia. Il sileno è legato zampe e braccia ad un albero; la posizione non è quella classica dell’appeso, molto diffusa in età romana e ripresa spesso anche durante il Rinascimento (Cfr. scheda opera 32, scheda opera 33, scheda opera 34), essendo qui Marsia steso su una roccia. Chino di fronte a lui è Apollo, riconoscibile dalla corona d’alloro, che con il coltello in mano sta iniziando a scuoiare il rivale. Nella scena sono inseriti i due strumenti musicali, a ricordare la precedente contesa e il motivo dell’atroce punizione: la siringa suonata da Marsia è appesa al tronco mozzo al centro della scena, la classica lira di Apollo è in terra alle sue spalle. Tutto intorno una serie di figure, uomini e donne, assistono alla terribile sorte del sileno, ostentando con le espressioni del volto e i gesti teatrali il loro dolore, sulla scia delle Metamorfosi di Ovidio in cui si narra che ninfe, satiri e pastori accorsero sul luogo per piangere il loro compagno (Marsfc14); il sileno inginocchiato di fronte a Marsia può essere identificato con il suo allievo prediletto, Olimpo, anche lui nominato da Ovidio negli ultimi versi del racconto. Per questa scena esistono ben sei disegni preparatori conservati nella Royal Library nel Castello di Windsor (Salerno, 1963, p. 200).

Chiara Mataloni