58: Apollo e Marsia

Titolo dell'opera: Scorticamento di Marsia

Autore: Luca Cambiaso (1527-1585)

Datazione: 1575

Collocazione: Genova, Palazzo Doria (già Spinola), piano nobile, Sala delle Punizioni

Committenza: Giovanni Battista Spinola, detto il “Valenza”

Tipologia: dipinto murario

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Apollo scortica Marsia

Soggetto secondario: contesa musicale tra Apollo e Marsia con le Muse e Minerva giudici

Personaggi: Apollo, Marsia, Muse, Minerva

Attributi: lira (Apollo); flauto, albero (Marsia); elmo, lancia (Minerva)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Suida Manning B.- Suida W., Luca Cambiaso, la vita e le opere, Ed. Cheschina, 1958 Milano, pp. 25, 82-83; Gavazza E., La grande decorazione a Genova, Sagep, Genova 1974, vol. I; Magnani L., Luca Cambiaso, Da Genova all'Escorial, Sagep, Genova 1995, pp. 9-11, 237-239; De Marco B., Luca Cambiaso e l’antico: cicli pittorici genovesi, in “Studi di storia delle arti”, 8, 1995-96, pp. 55-72; Fabbri F., Palazzo di Giovan Battista e Andrea Spinola (Doria), in  La pittura in Liguria. Il Cinquecento, a cura di Parma E., Genova 1999, pp. 257-261; Cieri Via C., L’arte delle Metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos, Roma 2003, pp. 213-214

Annotazioni redazionali: il 18 maggio 1563 i fratelli Giovanni Battista e Andrea Spinola acquistarono un lotto di terra su cui, per volere del primo, Giovanni Battista Castello, detto il Bergamasco, e Bernardino Cantone costruirono il palazzo di famiglia sulla Strada Nuova (oggi via Garibaldi). Il palazzo fu terminato tra il 1567 e il 1569. Esso subì numerose trasformazioni nel XVII secolo e nel 1723 fu acquistato dai Doria, da cui il nome attuale. La decorazione degli interni (1570-1575), fu diretta da Andrea Semino con la collaborazione dei figli Alessandro e Cesare. La Sala delle Punizioni del piano nobile fu affrescata da Luca Cambiaso con scene tratte dalla mitologia classica volte ad illustrare la punizione inflitta dagli dèi ai mortali presuntuosi: entro stucchi settecenteschi di gusto rococò sono raffigurati al centro la Caduta di Fetonte, ai lati lo Scorticamento di Marsia, la Punizione di Aracne, la Caduta dei Giganti e la Caduta di Icaro. Negli angoli in monocromo Minerva, Mercurio, Ercole e Diana, probabilmente opera del Semino. I miti raffigurati nella stanza sono tre episodi di superbia punita e due esempi di temerarietà destinati a fallire: si tratta di un ammonimento rivolto dal committente, esponente della vecchia aristocrazia preoccupato per la sua posizione sociale, alla nuova nobiltà emergente. Come nelle altre scene della sala, nel riquadro con il mito di Marsia sono raffigurate due scene: sullo sfondo la contesa musicale, in primo piano a destra il momento conclusivo del mito con la punizione di Marsia messa in atto dallo stesso Apollo; Marsia, raffigurato come un uomo e non come un satiro, è appeso a un albero per le mani; Apollo è di spalle e sta iniziando ad incidere il torace dell’avversario. Per terra giacciono abbandonati gli strumenti musicali dei due protagonisti. Sullo sfondo la gara musicale ha luogo davanti alle Muse e a Minerva, così come racconta Apuleio (Marsfc29); alla luce della lettura in chiave politica avanzata tra gli altri da Lorenza Rossi (Dalla narrazione all’emblema: il mito di Fetonte nell’affresco ‘genovese’ del Cinquecento, in Arte/Documento, 4, 1990, pp. 102-111), l’ipotesi che Cambiaso si fosse rifatto proprio ai Florida è molto interessante dal momento che nel testo il satiro viene ritratto come un essere raccapricciante, immodesto e poco intelligente, al punto da essere deriso dalle Muse e da Minerva e da generare in Apollo vergogna per una vittoria tanto modesta.

Chiara Mataloni