51: Apollo e Marsia

Titolo dell’opera: Apollo e Marsia

Autore: Girolamo Lombardo

Datazione: 1540-1545

Collocazione: Venezia, Loggetta di San Marco

Committenza: Antonio Cappello (1494-1565), uno dei Procuratori de Supra

Tipologia: scultura

Tecnica: rilievo in marmo

Soggetto principale: Apollo scortica Marsia

Soggetto secondario: due uomini assistono seduti

Personaggi: Apollo, Marsia, due uomini

Attributi: viola (?), coltello (Apollo); albero, zampogna (Marsia)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Lorenzetti G., La Loggetta al campanile di San Marco, in “L’Arte”, XIII, 1910, pp. 108-133; Tafuri M., Jacopo Sansovino e l’architettura del ‘500 a Venezia, Padova 1969; Davis C.,  Jacopo Sansovino's "Loggetta di San Marco" and two problems in iconography, in “Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz”, 29, 1985, 2/3, pp. 396-400; Wyss E., The myth of Apollo and Marsyas in the art of the Italian Renaissance : an inquiry into the meaning of images, University of Delaware Press, Newark 1996, pp. 117-119; Morresi M., Jacopo Sansovino, Electa, Milano 2000, pp. 213-227 (scheda 32), 443-451; Morresi M., Egli avrà la forma composta di tutte le bellezze...: Jacopo Sansovino e la Loggetta, Venezia, 1537 - 1546, in “Casabella”, 64, 2000, 675, pp. 76-83; Sexton K.M., A history of Renaissance civic loggias in Italy from the Loggia dei Lanzi to Sansovino's Loggetta, Ann Arbor: UMI Dissertation Services, c1998, stampa 2002; Lotz W., Architettura in Italia. 1500-1600, Rizzoli, Milano 2004, pp. 81-88

Annotazioni redazionali: a partire dal 1537 Jacopo Tatti, detto il Sansovino, fu incaricato dai Procuratori de Supra di risistemare la Piazzetta di San Marco; il progetto comprendeva la costruzione di un nuovo edificio per la ricchissima biblioteca lasciata in dono alla Repubblica della Serenissima dal Cardinal Niceno Giovanni Bessarione il 31 maggio del 1468, la cosiddetta Libreria di San Marco, l’edificio della Zecca e la nuova Loggetta addossata al Campanile, che avrebbe sostituito quella tardo medievale. La loggetta, in origine Ridotto dei Nobili in quanto luogo di ritrovo dei patrizi durante i Consigli di Stato, è un edificio a un piano articolato in tre logge in cui si ripete il motivo dell’arco di trionfo. Intorno al 1540, Sansovino colloca nelle nicchie tra le quattro coppie di colonne composite delle statue in bronzo di Minerva, Apollo, Mercurio e la Pace, al di sopra delle quali troviamo dei piccoli rilievi in marmo (tra cui quello in esame), opera di suoi collaboratori, rappresentanti episodi mitologici collegati a queste divinità; nell’attico si alternano tre grandi riquadri a rilievo con delle figurazioni allegoriche e quattro rilievi più piccoli con putti. La balaustra risale alla seconda metà del Seicento. La loggetta fu coinvolta nel crollo del Campanile del luglio del 1902 e fu ricostruita nel 1912 cercando di riutilizzare il più possibile il materiale originale e nel rispetto del progetto sansovinesco. Come più volte messo in evidenza dalla critica, la Loggetta è l'opera sansoviniana meno architettonica cui viene assegnato un preciso compito propagandistico in un momento politico molto difficile per Venezia. Secondo la ricostruzione di Manuela Morresi, il programma figurativo del primo progetto, quello precedente alla sconfitta nella Battaglia di Prevesa (27 settembre 1538), prevedeva la presenza di figure inneggianti alle virtù belliche della Repubblica, allo scopo di “esibire la potenza, la ricchezza, la coesione dello stato, in realtà lacerato da fazioni, finanziariamente e militarmente indebolito” (Morresi, 2000). A questo primo progetto subentrò poi quello attuale, con il compito di dimostrare quello che la Morresi definisce un “paradosso”, e cioè che la Repubblica di Venezia avesse tutto sommato conseguito un certo vantaggio dalla pace firmata separatamente e in segreto con i Turchi dopo la disfatta di Prevesa. E così, le statue degli dei che trovano posto nella Loggetta nel 1546 sono un inno alle virtù del governo veneziano, così ricco di sapienza (Minerva), diplomazia (Mercurio) e armonia (Apollo); su tutte domina la figura allegorica della Pace. Nel rilievo con il mito di Marsia viene rappresentato il momento della punizione: Marsia, raffigurato con delle sembianze umane, è legato ad un albero e viene scorticato da Apollo, riconoscibile dalla corona di alloro e dalla piccola viola ai suoi piedi (Wyss, 1996). Sulla sinistra due personaggi seduti assistono alla scena. La Wyss sottolinea come il soggetto di questo rilievo sia in perfetta sintonia con la descrizione di Francesco Sansovino, tutta volta a sottolineare il significato di armonia sottointeso nella figura di Apollo, la cui statua in origine doveva tenere una lira in mano. Pertanto anche in questo caso, la punizione di Marsia viene scelta per rappresentare la vittoria indiscussa di Apollo e di conseguenza dell’armonia universale da questo simboleggiata; armonia che è una delle caratteristiche prime del potere politico di Venezia, cui concorre l’unione di quei “magistrati” di cui parlava il Sansovino.

Chiara Mataloni