42: Apollo e Marsia

Titolo dell’opera: Apollo e Marsia

Autore: Nicola di Gabriele Sbraghe, detto Nicola da Urbino (ca. 1480-1537/38)

Datazione: 1530 ca.

Collocazione: Pesaro, Musei Civici

Committenza:

Tipologia: Coppa

Tecnica:  maiolica istoriata (diam. 25,5 cm)

Soggetto principale: contesa musicale tra Apollo e Marsia

Soggetto secondario:

Personaggi: Apollo, Marsia

Attributi: corona d’alloro, lira da braccio (Apollo); zampogna (Marsia)

Contesto: scena all’aperto con edifici sullo sfondo

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.museicivicipesaro.it/schede/ceramiches/4351.jpg

Bibliografia: Papagni G., La maiolica del Rinascimento in Casteldurante, Urbino e Pesaro: da Pellipario ed i Fontana ai Patanazzi, Offset stampa, Fano 1978, p. 51; Negroni F., Nicolò Pellipario: ceramista fantasma, in “Notizie da Palazzo Albani”, 14, 1985, 1, pp. 13-20; Giardini C., Su Nicola da Urbino ed alcune sue maioliche nei musei civici di Pesaro, in “Ceramica antica”, 1991, pp. 34-35; Giardini C., Pesaro. Museo delle ceramiche, Calderini, Bologna 1996, p. 75; Mazzucato O., Gli istoriati e Nicola da Urbino: una problematica attributiva sempre aperta, in “Ceramica Antica”, 14, 2004, n 2, pp. 22-35;

Annotazioni redazionali: Per molto tempo si è creduto che l’autore delle bellissime maioliche firmate “Nicola da Urbino” fosse Nicolò Pellipario da Castel Durante, padre del celebre maiolicaio Guido Durantino. Degli studi recenti hanno dimostrato come tale teoria fosse errata: Nicolò Pellipario, infatti, era un semplice conciatore di pelli, come sembrerebbe indicare anche il suo cognome; dai documenti d’archivio risulta morto tra il dicembre del 1510 e l’inizio del 1511; per fugare ogni tipo di dubbio, Franco Negroni (1985, p. 15) riporta un atto d’archivio del 15 ottobre 1521 in cui Guido Durantino è detto “del fu Nicolò pellicciaio da Casteldurante figliolo urbinate”. Dopo la morte del padre, Guido Durantino si trasferì ad Urbino, dove nel 1515 aprì una celebre bottega di maioliche; tra gli altri, vi operò Nicola da Urbino, che recenti studi d’archivio hanno dimostrato essere Nicola di Gabriele Sbraghe (o Sbraga), attivo dal 1520 al 1537-38, anno della sua morte. Questi, durante la sua carriera, ricevette alcune commissioni importanti, tra cui i due servizi di piatti del 1520, realizzati per Isabella d’Este marchesa di Mantova (Cfr. scheda opera 38), e per un esponente della famiglia bresciana dei Calini (Cfr. scheda opera 39). Il presente piatto mostra la contesa musicale tra Apollo e Marsia; il primo è in piedi colto in una posa statuaria, tiene in mano il suo strumento musicale, la lira da braccio, ed ha il capo cinto d’alloro, a simboleggiare probabilmente che sfida è già terminata – ovviamente – a suo favore. Marsia è seduto e vestito da villano; in mano tiene una zampogna al posto del classico flauto o della siringa. Alle spalle di Apollo un albero nodoso lascia presagire la fine terribile di Marsia, che sarà scorticato vivo dal dio come punizione per aver osato sfidarlo. Sullo sfondo un’architettura in stile rinascimentale.

Chiara Mataloni