35: Apollo e Marsia

Titolo dell’opera: Due Musici o Contesa tra Apollo e Marsia

Autore: Benedetto Montagna (1480-1555/1558)

Datazione: 1515-1520

Collocazione: Washington, National Gallery of Art

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia (16,2 x 11,2 cm)

Soggetto principale: Marsia seduto su una roccia suona la zampogna, Apollo in piedi lo ascolta

Soggetto secondario:

Personaggi: Apollo, Marsia

Attributi: lira da braccio (Apollo); zampogna (Marsia)

Contesto: scena all’aperto con casolare sullo sfondo

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.prydein.com/pipes/etchings5/apollo.jpg

Bibliografia: Carrington F., Benedetto Montagna and the “Metamorphoses” of Ovid, in “The Print Collector’s Quarterly, 28 (aprile), 1941, pp. 206-232; Zucker M., “Benedetto Montagna”, in The Illustrated Bartsch, Abaris Book, New York 1984, vol. 25, pp. 385-387, 418-419, 422, n. 39; Wyss E., The myth of Apollo and Marsyas in the art of the Italian Renaissance: an inquiry into the meaning of images, University of Delaware Press, Newark 1996, p. 85

Annotazioni redazionali: il foglio fa parte di una serie di sette incisioni illustranti le Metamorfosi di Ovidio, realizzate da Benedetto Montagna tra il 1515 e il 1520, alla fine della sua carriera di incisore. Oltre alla contesa tra Apollo e Marsia, la serie comprende Mercurio ed Aglauro, la Nascita di Adone, la contesa tra Apollo e Pan con Mida e Tmolo giudici, il Ratto di Europa, Vulcano, Apollo e Eros e Apollo e Ciparisso. A queste, sono variamente aggiunte dalla critica altre incisioni per un totale di quattordici (Zucker, 1984, pp. 418-419). I fogli non presentano tutti la stessa dimensione e mostrano delle differenze stilistiche, da cui si evince che furono eseguite in un lasso di tempo non breve. Ciononostante sulla base di una serie di dati – quali il formato verticale, la firma “BENEDETO MONTAGNA” che si staglia in alto sullo sfondo bianco e l’ambientazione predominante in aperta campagna – è piuttosto evidente che si tratti di un’unica serie. La critica è concorde nell’indicare come fonte unica delle incisioni le xilografie anonime pubblicate a Venezia nel 1497 come corredo dell’edizione in volgare del poema ovidiano, l’Ovidio Metamorphoseos Vulgare (Cfr. scheda opera 31). Per ogni episodio, Montagna scelse di illustrare una sola scena delle varie raffigurate nelle corrispettive xilografie, tutte a carattere narrativo. Nel caso di Apollo e Marsia, l’episodio prescelto è chiaramente quello emblematico della contesa musicale: Apollo è in piedi, tiene in mano la sua lira da braccio e l’archetto; seduto accanto a lui Marsia, vestito da pastore, suona la zampogna. Rispetto alla xilografia del 1497, nell’incisione di Benedetto Montagna sono maggiormente curati i dettagli: ricchissimo l’abito di Apollo, che indossa anche dei calzari assenti nel precedente veneziano, e meglio definito quello di Marsia, che qui veste un grande cappello che lo connota in maniera ancora più inequivocabile come un “villano”, così come troviamo scritto nel testo di Bonsignori (Marsfm13). Grande importanza viene assegnata nell’incisione al paesaggio campestre, sul cui sfondo si staglia un casolare in mattoni.

Chiara Mataloni