19: Apollo e Marsia

Titolo dell’opera: Apollo e Marsia

Autore:

Datazione: ultimo quarto del II sec. d.C.

Collocazione: Tunisi, Museo del Bardo, Sala di Ulisse (proveniente da El Djem)

Committenza:

Tipologia: mosaico policromo (302 x 302 cm)

Tecnica:

Soggetto principale: Marsia viene portato via da uno schiavo scita

Soggetto secondario: accanto a lui Minerva; a destra Apollo

Personaggi: Apollo, Marsia, Atena, Scita

Attributi: cetra (Apollo); aulòs (Marsia); cimiero, lancia (Atena); berretto frigio (Scita)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://12koerbe.de/mosaiken/mos-24.htm

Bibliografia: Picard G.C., Une mosaique pythagoricienne à El Djem, in Hommages a Waldemar Deonna, a cura di Amand M., et al., Latomus, Bruxelles 1957, pp. 385-393; Weis A., The hanging Marsyas : the origin and history, University Microfilm International, Ann Arbor 1981, n. 173; Fantar M., Le mythe de Marsyas sur deux nouvelles mosaiques de Tunisine, in L’Africa romana, atti del 4° Convegno di studio (Sassari, 12-14 dicembre 1986), a cura di Mastino A., Universita degli studi di Sassari, 1987, vol. I, pp. 151-166

Annotazioni redazionali: il mosaico fu rinvenuto nel 1923 in Tunisia, a El Djem, l’antica Thysdrus, ed è stato interpretato dalla critica in accordo ai principi pitagorici (Picarda, 1957). Al centro di una complessa serie di cornici floreali e geometriche, troviamo quello che la critica definisce uno “pseudo-emblema” con una scena del post contesa tra Marsia e Apollo. Agli angoli del riquadro quattro medaglioni con le rappresentazioni delle Quattro Stagioni. Il riquadro centrale ci mostra uno dei momenti finali del mito di Marsia, quello in cui – terminata la contesa musicale a favore di Apollo – il dio fa portare via il suo rivale da uno schiavo Scita perché venga punito per la sua tracotanza. Apollo è seduto (anche se il mosaicista sembre aver omesso il particolare del sedile) sulla destra secondo una tipologia piuttosto diffusa; tiene ancora in mano il suo strumento divino, la lira, e con la sinistra pare si stia auto-incoronando vincitore. Si tratta di un particolare piuttosto raro, dal momento che spesso in scene simili è presente una Nike a simboleggiare il trionfo del dio; Picard, per avvalorare la sua lettura, sottolinea come un gesto simile sia presente in uno degli stucchi della basilica sotterranea di Porta Maggiore a Roma (Cfr. scheda opera 13), altro monumento interpretato dalla critica in chiave pitagorica. In contrapposizione al dio, troviamo un gruppo di tre personaggi, da sinistra Minerva, Marsia e lo Scita. Marsia, stranamente raffigurato senza barba e con la pelle più scura, forse a sottolinearne l’origine esotica, è in una posizione contrapposta a quella del dio, a formare una “V”. Sulla scia di Franz Cumont (1942), che aveva già avanzato un’ipotesi di lettura in chiave pitagorica per questo sarcofago, Picard sottolinea il forte geometrismo che caratterizza il mosaico del Bardo e che contrasta con la violenza del dramma, collegando quest’attenzione verso l’ordine alla filosofia matematica dei pitagorici, e in particolare al ruolo del triangolo equilatero nella simbologia dell’armonia cosmica; in questo caso, Marsia e Apollo sono raffigurati sugli assi di due triangoli equilateri che si intersecano. Picard sostiene che lo scopo del mosaicista fosse quello di non far fermare lo spettatore-iniziato al solo valore morale del mito, ma di scovarci il più alto significato metafisico e di conseguenza il ruolo “cosmico” della lira. All’interno di questa simbologia cosmica si spiega la presenza dei tondi con le Quattro Stagioni, simbolo del rinnovamento periodico della natura e quindi dell’armonia dell’universo, e la stessa figura di Apollo viene ad identificarsi con forza ancora maggiore al Sole, motore dell’universo stesso. Infine, per quanto riguarda la grande diffusione del mito di Marsia nei mosaici dell’Africa del Nord, e in particolare della Tunisia (Cfr. scheda opera 23 e scheda opera 25), M’hamed Fantar (1987) sottolinea l’influenza che deve aver avuto il racconto di Apuleio (Marsfc29).

Chiara Mataloni