16: Apollo e Marsia

Titolo dell’opera: Marsia

Autore:

Datazione: I-II sec. d.C.

Collocazione: Parigi, Louvre (già collezione Borghese)

Committenza:

Tipologia: statua in marmo pentelico (h. 256 cm)

Tecnica: tuttotondo

Soggetto principale: Marsia appeso

Soggetto secondario:

Personaggi: Marsia

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.louvre.fr/media/repository/ressources/sources/illustration/atlas/image_65040_v2_m56577569830697918.jpg

Bibliografia: Amelung W., Führer durch die Antiken in Florenz, Bruckmann, Monaco 1897; Borbein A.H., Die Statue des hängenden Marsyas, Marburger Winckelmann-Programm, 1973, pp. 37-52; Weis A., The hanging Marsyas : the origin and history, University Microfilm International, Ann Arbor 1981, n. 224; Rawson P.B., The myth of Marsyas in the roman visual arts : an iconographic study, B.A.R., Oxford 1987, pp. 53-66; Weis A., ad vocem “Marsyas I”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco, 1992, vol. VI, 1, pp. 366-378

Annotazioni redazionali: si tratta dell’esemplare meglio conservato tra le repliche del cosiddetto Marsia bianco, o, che dir si voglia, simmetrico (per un’analisi critica e un discorso generico sulla tipologia del Marsia appeso si rimanda alla scheda opera 15). Sappiamo che nella prima metà del Seicento la statua faceva parte della Collezione Borghese, e che vi restò fino all’acquisizione napoleonica del 1807, anno in cui entrò nelle collezioni del Louvre. Non conosciamo la sua collocazione originaria, né tanto meno una datazione certa. Contrariamente al tipo rosso-asimmetrico, precedentemente illustrato attraverso l’esemplare del Palazzo dei Conservatori, la statua del Louvre (e tutte le altre che rientrano in questo gruppo, come gli esemplari di Istambul e Monaco) è costruita intorno ad un asse simmetrico che passa attraverso il naso del satiro. Tutto risulta estremamente bilanciato e di conseguenza più statico, quasi come se Marsia avesse in qualche modo rinunciato a ribellarsi: indicative a tal proposito le mani, completamente abbandonate in questo caso, in tensione nel Marsia Capitolino. La conseguenza immediata è che nel caso del Louvre ci troviamo di fronte ad un corpo sospeso, completamente abbandonato a se stesso, e dall’analisi complessiva dell’opera emerge lo studio approfondito effettuato dall’artista sulle conseguenze di questo atteggiamento “passivo” sulla muscolatura, che qui appare completamente distesa, laddove il Marsia rosso mostra una muscolatura contratta. Anche nel volto notiamo alcune differenze tra le due tipologie: nel caso del Louvre appare meno stravolto, le sopracciglia meno corrucciate, la bocca chiusa; la stessa capigliatura appare più composta, ad incorniciare il volto. Infine, nel Marsia parigino possiamo ancora osservare il collegamento attraverso la schiena e le natiche tra il satiro appeso e l’albero retrostante, ancora ben conservato.

Chiara Mataloni