
Scheda n. 10
Titolo dell’opera: Marsia e Apollo
Autore: pittore di Marsia (attr. Beazley)
Datazione: 335 a.C.
Collocazione: S. Pietroburgo, Hermitage (proveniente da Pantikapaion)
Committenza:
Tipologia: vaso attico (pelike; h. 36,6 cm)
Tecnica: pittura a figure rosse
Soggetto principale: Marsia assiste alla vittoria di Apollo nella contesa musicale
Soggetto secondario:
Personaggi: Apollo, Marsia, Nike, Artemide
Attributi: lira, alloro (Apollo); aulòs, barba, coda (Marsia); ali (Nike); torce (Artemide)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Bibliografia: Beazley J.D., Attic red-figure vase-painters, Clarendon Press, Oxford 1963, vol. II, p. 1475, n. 3; Weis A., The hanging Marsyas : the origin and history, University Microfilm International, Ann Arbor 1981, n. 28; Small J.P., Cacus and Marsyas in Etrusco-Roman legend, Princeton, 1982, p. 60; Weis A., ad vocem “Marsyas I”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco, 1992, vol. VI, 1, p. 71;
Annotazioni redazionali: l’iconografia di questo vaso attico, raffigurante il momento conclusivo della contesa musicale tra Apollo e Marsia, con la sconfitta del satiro, è simile a quella della pelike apula conservata a Napoli (Cfr. scheda opera 06). Nonostante le evidenti differenze e la maggiore complessità del vaso apulo, ricorrono alcune figure e atteggiamenti, da Apollo al centro trionfante incoronato da una Nike, alla posa malinconica di Marsia, alla presenza di Artemide con le torce e di un’altra divinità, questa volta non facilmente identificabile. Del tutto nuova, invece, la figura del giovane nudo alla sinistra di Apollo, identificato con Olimpo, l’allievo prediletto di Marsia, di cui parlano numerose fonti letterarie. La sua iconografia si diffonderà molto nell’arte imperiale, in cui lo si ritroverà spesso nella scena dello scorticamento, inginocchiato ad implorare pietà ad Apollo: un esempio per tutti quello del cosiddetto Sigillum Neronis del I sec. a.C. (Cfr. scheda opera 14). Ancora una volta, dunque, una scena che precede quella della punizione vera e propria, praticamente mai raffigurata nell’arte classica, ma che prenderà piede successivamente e avrà una fortuna enorme a Roma a partire dall’età imperiale.
Chiara Mataloni