Titolo dell’opera:
Autore:
Datazione: 400 a.C.
Collocazione: Napoli, Museo Archeologico Nazionale (proveniente da Ruvo di Puglia)
Committenza:
Tipologia: vaso apulo (pelike; h. 46 cm)
Tecnica: pittura a figure rosse
Soggetto principale: Apollo viene incoronato vincitore da Nike
Soggetto secondario: una Musa legge il verdetto della sfida a Marsia; vari personaggi assistono alla scena
Personaggi: Apollo, Marsia, Nike, Musa, Artemide, Cibele?, Afrodite, Zeus, Eros
Attributi: lira, corona d’alloro (Apollo); aulòs, coda equina, corpo villoso, barba (Marsia); ali (Nike); arco, freccia, cane (Artemide); Eros (Venere); ali (Eros); corona, scettro con aquila (Zeus)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Weis A., The hanging Marsyas : the origin and history, University Microfilm International, Ann Arbor 1981, n. 40; Small J.P., Cacus and Marsyas in Etrusco-Roman legend, Princeton, 1982, pp. 58-59; Trendall A.D., The red-figured vases of Apulia, Clarendon press, Oxford 1987, vol. I, p. 401, n. 29; Weis A., ad vocem “Marsyas I”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco, 1992, vol. VI, 1, pp. 366-378
Annotazioni redazionali: la scena, piuttosto affollata, rappresenta il momento della proclamazione di Apollo e della conseguente sconfitta di Marsia. Il dio è raffigurato al centro, ancora intento a suonare la sua lira, mentre una piccola Nike sopraggiunge per incoronarlo tenendo in mano una tenia. Intorno al dio si dispongono concentricamente tutte le altre figure: in basso, seduto con la testa tra le mani, troviamo Marsia; il sileno, il cui aspetto semiferino è qui particolarmente accentuato attraverso la resa pittorica della villosità del corpo, tiene ancora in mano l’aulòs, alle sue spalle la sacca di pelle animale che custodiva lo strumento, e ascolta atterrito la Musa in piedi di fronte a lui, che sta leggendo il verdetto finale della gara. La singolare posizione di Marsia con la testa fra le mani, anacronisticamente definita dalla critica come “malinconica” (Weis, 1981), si ritrova anche nella lecythe dell’Hermitage (Cfr. scheda opera 10), mentre il particolare della Musa è unico. Alle sua spalle un giovane tiene un cesto di fiori. Di fronte ad Apollo altre due Muse: quella in piedi tiene in mano un flauto, l’altra, seduta, un trigonon, uno strumento musicale simile all’arpa ma di dimensioni più piccole; ai suoi piedi un cagnolino. La presenza delle Muse si può forse spiegare con il loro ruolo di giudici nella contesa musicale, sebbene un riferimento esplicito alle Muse come giudici della gara si ritrovi solo in fonti più tarde, come Apuleio (Marsfc29) e Igino (Marsfc23). In alto, a coronare la scena, tre divinità facilmente identificabili: da sinistra, Afrodite con Eros, Zeus e Artemide. La Weis (1981) sottolinea come la scelta di questi personaggi inseriti come spettatori della contesa mitica sia tipica della produzione vascolare apula: uno Zeus nella medesima posizione lo si ritrova, ad esempio, nel cratere a campana conservato a Boston (Cfr. scheda opera 09).
Chiara Mataloni