IV-V sec. d.C.
NONNO di PANOPOLI, Le Dionisiache, I, vv. 39-44; X, vv. 230-234; XIX, vv. 316-329; XXIV, vv. 35-38; XLI, vv. 370-374
Testo tratto da: Nonno di Panopoli, Le Dionisiache, a cura di Gigli Piccardi D., Gonnelli F., Accorinti D., BUR, Milano 2003, Vol. I, pp. 126-127, 706-709; Vol. II, pp. 402-405, 582-583; Vol. IV, pp. 218-219
I, 39-44. Datemi i tamburini dell’evoè e le pelli di capra, ma ad un altro offrite il canto delicato dell’aulos doppio, perché non voglio offendere il mio Febo, che odia il suono soffiato delle canne, dal tempo in cui vinse Marsia e il suo flauto rivale degli dei: dopo aver scorticato tutte le membra del pastore, appese ad un albero la sua pelle, che si gonfia al vento.
X, 230-234. Se poi prende il flauto, strumento temerario di Eco libica, producendo, le guance gonfie, un soffio leggero, Bacco crede di ascoltare il flautista migdonio, figlio del divino Iagnide che gareggiò con Febo (mal gliene incolse!) premendo i fori del doppio aulos di Atena.
XIX, 316-329. Sciocco, chi ti insegnò a combattere con i più forti? Un altro Sileno, preso un aulo superbo, sollevò il collo tracotante e venne a contesa con Febo; ma questi lo spogliò della pelle villosa, la attaccò a un alberello e ne fece un otre animato, e spesso in cima all’albero il vento si insinua a gonfiare la forma che aveva il suo aspetto, come se ancora cantasse quel pastore che mai stava zitto. Apollo Delfico ne ebbe però compassione, ne mutò la figura e ne fece un fiume conforme: ancora si chiama col nome di quel Sileno villoso un’acqua tortuosa che emette al vento il suo chiocchiolio, come se sempre il fiume modulasse il canto su canne, figura dell’evento. Anche tu hai cambaito d’aspetto. Venuto a contesa con uno più forte proprio come il Sileno d’allora.
XXIV, 35-38. (...) non ardere le canne, da cui si fanno i tuoi auloi migdonii, che poi non s’adiri con te tua sorella Atena, amica della musica, lei che un tempo scoprì la fragorosa imitazione delle teste di Gorgone, il modello libico del doppio aulos risonante; (...).
XLI, 370-374. (...) dove lì vicino, sul muro, sono incise le svariate creazione di una multiforme arte con parole profetiche: dapprima il pastore Pan inventò la siringa, Ermes eliconio la lira, il delicato Iagnide la duplice melodia del ben forato aulos (...).