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I-II sec. d.C.

PLUTARCO, De Musica, 5, 1132 f, 7, 1133 d-e, 14, 1135 e-f

Traduzione tratta da: Plutarco, Moralia II, L’educazione dei ragazzi, a cura di Pisani G., Vitelli L., Edizioni Biblioteca dell’Immagine, Pordenone 1990, pp. 312-317, 322-325

 

5, 1132 f, 7, 1133 d-e. Alessandro, nella sua Raccolta sulla Frigia, ha affermato che Olimpo fu il primo a portare la musica degli strumenti a fiato ai Greci, e che lo stesso fecero anche i Dattili Idei; Iagnide fu a suo dire il primo a suonare l’aulo, seguito poi dal figlio Marsia e infine da Olimpo. (…)

7, 1133 d-e. Dopo aver illustrato insieme gli antichi nòmoi aulodici e citarodici, passeremo ora ad analizzare quelli solo atletici. Si dice che il già ricordato Olimpo, che era un auleta della scuola frigia, sia autore del nòmos atletico, dedicato ad Apollo, che va sotto il nome di Policefalo. Questo Olimpo discenderebbe dal primo Olimpo, discepolo di Marsia, che fu autore di nòmoi in onore degli Dei. Costui, che era il favorito di Marsia e apprese da lui l’arte di suonare l’aulo, introdusse in Grecia i nòmoi enarmonici che i Greci usano oggi nelle feste dedicate agli Dei. Altri dicono che creatore del nòmos Policefalo sia stato Cratere, che fu allievo di Olimpo; secondo Pratina, invece, questo nòmos fu inventato da Olimpo il Giovane. Del cosiddetto Nòmos del Carro si dice sia stato autore il primo Olimpo, l’allievo di Marsia. Quanto a Marsia, c’è chi dice che il suo nome era Masse, ma altri lo negano e sostengono che si chiamava proprio Marsia e che era figlio di Iagnide, il primo inventore dell’arte del suonare l’aulo. (…)

14, 1135 e-f. Parla Soterico: “(…) noi, invece, abbiamo appreso che non fu un uomo a inventare i benefici della musica, ma il dio che è ornato di ogni virtù, Apollo. Non è vero, come alcuni ritengono, che l’aulo sia un’invenzione di Marsia o di Olimpo o di Iagnide, mentre ad Apollo spetterebbe la sola cetra: è il Dio, invece, ad avere inventato sia l’auletica che la citaredica. Lo dimostrano i cori e i sacrifici che gli venivano offerti con l’accompagnamento di auli, come, tra gli altri, racconta anche Alceo, in uno dei suoi inni. E ancora, la statua del Dio a Delo tiene nella destra un arco, nella sinistra le Grazie, ciascuna con uno strumento musicale: la prima impugna la lira, la seconda il doppio aulo, e quella posta al centro porta alle labbra il flauto di Pan (…)”.