I sec. d.C.
PUBLIO PAPINIO STAZIO, Silvae, V, III, 85-89
Traduzione tratta da: Publio Papinio Stazio, Le Opere, a cura di Traglia A., Aricò G., UTET, Torino 1980, pp. 978.979
(… ) Quis non in funere cunctos
<H>eliadum ramos lacrimosaque germina dixit
et Phrygium silice, atque ausum contraria Phoebo
carmina nec fida gravisam Pallada buxo?
Chi mai in un canto funebre non ha parlato di tutti i rami delle Elidi, dei germogli delle loro lacrime, delle pietre di Frigia, di colui che osò contrapporre la sua musica a quella di Febo, di Pallade che s’allietò della perfidia del bosso?