Marsfc19

92 d.C.

PUBLIO PAPINIO STAZIO, Tebaide, IV, 183-186 

Traduzione tratta da: Publio Papinio Stazio, Le Opere, a cura di Traglia A., Aricò G., UTET, Torino 1980, pp. 270-271.

 

(...) [il tracio vate Tamiri] ritenne di poter superare nel canto le dotte sorelle aonie, e fu condannato, per la vita, al silenzio (come si può non temere il confronto con gli dei?): così tacque all’istante, con la voce e la cetra, lui che non conosceva la gara con Febo e la morte del satiro che rese illustre Celene.