23-79 d.C.
GAIO PLINIO SECONDO, Storia Naturale, III, 108; V, 81; V, 106; XVI, 240; XXXI, 19; XXXIV, 57
Traduzione tratta da: Gaio Plinio Secondo, Storia Naturale, a cura di Barchiesi A., Ranucci G., Einaudi, Torino, vol. I, pp. 440-441, 604-607, 618-619; vol. III, pp. 508-509; vol. IV, pp. 484-485; vol. V, pp. 176-179
III, 108. In questa regione, della popolazione degli Equicoli, sono scomparsi i Comini, i Tadiati, i Cedici, gli Alfaterni. Secondo Gelliano, fu inghiottita dal lago Fucino la città marsa di Archippe, fondata da Marsia, duce dei Lidii; secondo Valeriano, fu distrutta dai Romani una città dei Vidicini nel Piceno. I Sabini, così chiamati – come pensano alcuni – dalla loro religiosità e dal culto degli dèi, vivono presso i laghi Velini, su umide colline.
V, 81. Ora passiamo a parlare delle località situate all’interno. La Celesiria comprende le città di Apamea, divisa dal fiume Marsia dalla tetrarchia dei Nazerini, Bambice, chiamata con altro nome (…).
V, 106. Una terza giurisdizione ha come centro Apamea, chiamata prima Celene, poi Ciboto. È situata ai piedi del monte Signia, ed è circondata dal Marsia, dall’Obrima e dall’Orba, fiumi tributari del Meandro. In questo luogo il Marsia emerge dal sottosuolo, dove si era nascosto subito dopo la nascita. Ad Aulocrene si svolse la gara di flauto tra Marsia e Apollo. Questo è, infatti, il nome dato a un avvallamento situato a 10 miglia da Apamea, sulla strada che porta verso la Frigia. Dei popoli appartenenti a questa giurisdizione sono degni di Menzione i Metropoliti, i Dionisopoliti, gli Euforbeni, gli Acmonensi, i Pelteni e i Silbiani. Gli altri 9 sono di scarsa importanza.
XVI, 240. Abbiamo parlato della regione di Aulocrene, che si percorre per andare da Apamea verso la Frigia: là viene additato all’ammirazione un platano al quale sarebbe stato appeso Marsia sconfitto da Apollo, e che fu scelto in quell’occasione per le sue già notevoli dimensioni. E ancora, a Delo su può vedere una palma che ha gli stessi anni del dio; a Olimpo un oleastro i cui rami servirono a incoronare per primo Ercole, e che ai nostri giorni è oggetto di venerazione religiosa. Si dice inoltre che ad Atene viva ancora l’olivo che Minerva fece spuntare nel corso della contesa.
XXXI, 19. Teofrasto afferma che la fonte di Marsia in Frigia, presso la fonte di Celene, butta fuori pietre. Non lontano da questa vi sono due fonti, dette in greco Cleone e Gelone per l’effetto che producono. A Cizico vi è una fonte detta di Cupido: Muciano crede che coloro che bevono da essa cessino d’amare.
XXXIV, 57. Mirone, nato a Eleutere, anch’egli discepolo di Agelada, è celebre soprattutto per la sua Mucca lodata in verso famosi (dal momento che per lo più gli artisti sono resi noti dal talento degli altri più che dal proprio). Ha fatto anche un Cane, un Discobolo, un Perseo, i Segatori, e il Satiro in ammirazione davanti al flauto e Minerva, gli Atleti del pentatlo delfico, i Pancatiasti, l’Ercole che è presso il Circo Massimo nel tempio dedicato da Pompeo Magno. Erinna ci informa nei suoi versi che egli fece anche un monumento rappresentante una cicala ed una cavalletta.