Marsfc15

I sec. d.C.

OVIDIO, Fasti, 6, 695-711

Traduzione tratta da: Opere di Publio Ovidio Nasone, a cura di Stok F., UTET, 1999 Torino, vol. IV, Fasti e frammenti, pp. 452-453

[parla Minerva] (…) “Nel mese di marzo”, rispose, “c’è una festività con questo nome (ndr: Quinquatri) che è a me dedicata: anche la corporazione dei flautisti è sotto la tutela di una mia invenzione. Fui io la prima, dopo aver praticato una serie di fori nel bosso svuotato, a far sì che il flauto lungo emettesse dei suoni. Il suono mi piacque ma, osservandomi il viso riflesso nell’acqua limpida, vidi le mie guance virginali rigonfie. “Addio flauto mio!”, dissi, “quest’arte non vale un prezzo così elevato”. Lo gettai via ed esso cadde sul manto erboso della riva. Lo trovò un satiro che dapprima, ignorandone l’uso, l’osservò meravigliato, e poi, soffiando, scoprì che emetteva dei suoni. Muovendo le dita ora trattiene l’aria, ora la espelle, e già comincia a vantarsi in mezzo alle ninfe di questa sua arte. Arrivò a sfidare Febo. Dopo averlo sconfitto, Febo lo appese e dalla sua pelle fece uscire a pezzi la carne. Resto però io l’inventrice, colei che ha suonato per prima questo tipo di musica: ed è per questa ragione che questi artisti onorano la mia festa”.