28-16 a.C.
PROPERZIO, Elegie, II, 30, 16-18
Traduzione tratta da: Properzio, Elegie, a cura di Fedeli P., Sansoni editore, 1988 Firenze, pp. 106-107
Hic locus est in quo, tibia docta, sones,
quae non iure vado Maeandri iacta natasti,
turpia cum faceret Palladis ora tumor.
(…) è questo il momento in cui tu, dotto flauto, puoi risuonare, tu che galleggiasti sulle acque del Meandro dove eri stato gettato, quando il gonfiore delle gote aveva reso ridicolo il volto di Pallade.