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fine I sec. a.C.

STRABONE, Geografia, XII, 8, 15

Traduzione tratta da: Della geografia di Strabone Libri XVII volgarizzati da Francesco Ambrosoli, Milano, coi tipi di Paolo Andrea Molina, 1833, vol. IV, p

Apamea è un grande emporio dell’Asia propriamente detta, e tiene il secondo luogo dopo Efeso, comune ricetto a quelli che vengono così dall’Italia come dall’Ellade. Apamea è fondata alle foci del fiume Marsio che l’attraversa: esso ha le sue sorgenti nell’antica città, e pervenuto con grande e impetuoso corso fino al sobborgo scaricasi nel Meandro, il quale riceve nel suo letto un altro fiume detto Orga di equabile e placido corso. Di qui pertanto il Meandro divenuto già un gran fiume se ne va per la Frigia, poi disgiunge la Caria dalla Lidia verso quel sito che chiamasi pianura del Meandro. Il suo corso è tanto tortuoso, che da lui tutte le tortuosità sogliono  poi denominarsi meandri. (…) Esso comincia da un colle detto Celene, sul quale v’ebbe una città di questo medesimo nome (…). Quivi è fama che avvenisse quanto si favoleggia d’Olimpo e di Marsia, la gara di quest’ultimo con Apollo. Al di sopra di questo luogo trovasi un lago che produce una canna dalla quale si fanno buone linguelle di flauti: e dicono che da quel lago hanno il loro principio amendue questi fiumi, il Marsio e il Meandro.