Marsfc05

390 a.C.

PLATONE, Repubblica, 399 d-e

Traduzione tratta da: http://www.filosofico.net/politeiaplatone3.htm

«E i costruttori di flauti e i flautisti, li accoglierai nella città? Non è forse questo lo strumento più ricco di suoni, e gli stessi strumenti panarmonici non sono un'imitazione del flauto?» «è chiaro», rispose. «Allora», feci io, «come strumenti utili nella città ti rimangono la lira e la cetra, mentre nei campi i pastori avranno una specie di zampogna». «Così almeno ci porta a concludere il discorso», disse. «D'altronde, caro amico», aggiunsi, «non facciamo nulla di strano se preferiamo Apollo e gli strumenti di Apollo a Marsia e agli strumenti di Marsia». «Non mi pare proprio, per Zeus!». «Corpo d'un cane!», esclamai. «Senza rendercene conto stiamo di nuovo purgando la città che poc'anzi abbiamo definito immersa nella mollezza!». «E in ciò operiamo da persone sagge», disse.