Marsfc01

VI sec. a.C. ca.

ALCEO di MESSENE, Marsia (Antologia Palatina, XVI, 8)

Traduzione tratta da: Antologia Palatina, a cura di Conca F., Marzi M., Zanetto G., UTET, Torino 2005, vol. IV, pp. 268-271

Più non potrai nella Frigia nutrice di pini cantare su ben forate canne modulando; nelle tue mani non più si vedrà l’istrumento d’Atena, figlia di Ninfa, Satiro, fiorire. Ceppi ti serrano adesso le mani: a divina tenzone, tu mortale, con Febo un dì venisti e quelle canne che al pari di cetra sonavano dolci non un serti ti diedero, ma morte.