01: Apollo e Isse

ICONOS - scheda opera 01

 

Titolo dell'opera: Apollo rivela la sua divinità alla pastora Isse

Autore: François Boucher (firmato e datato in basso a destra)

Datazione: 1750

Collocazione: Tours, Musee des Beaux-Arts. Già nella Coll. del Duca Choiseul, a Chanteloup, confiscato nel 1794; entrò a far parte del Museo di Tours nel 1802.

Committenza: Lenormant De Tournehem (?), sovrintendente dei Batiments du Roi, per Luigi XV; o il futuro duca di Choiseul (?).

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela, 129x157 cm

Soggetto principale: Isse e Apollo

Soggetto secondario:

Personaggi: Apollo, Isse, putti, ninfe/naiadi

Attributi: corona d’alloro (Apollo), faretra (Apollo), lira (Apollo), carro (Apollo, dio del Sole); pecore (Isse), verga (Isse); corone e ghirlande di fiori (putti), fiaccole accese (uno dei putti)

Contesto: bosco

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: L’opera completa di Boucher, a cura di A. Ananoff, Milano 1980, tav. XXXVI

Bibliografia: B. Lossky, L’Apollon et Issé dans l’œuvre de François Boucher, in «Gazette des Beaux-Arts», Novembre 1954, pp. 237-242;B. Lossky, Tours, Musée des Beaux-Arts, peintures du XVIII siècle, Parigi 1962,scheda n. 5 (sotto Boucher Francois);A. Ananoff, François Boucher, II, Parigi 1976, p. 57-58;L’ opera completa di Boucher, a cura di A. Ananoff, Milano 1980, p. 116-117;J. Davidson Reid-C. Rohmann, The Oxford Guide to Classical Mythology in the Arts, 1300-1990, New York-Oxford 1993, I, p. 184.

Annotazioni redazionali: Per quanto riguarda la commissione del dipinto in questione sono state avanzate diverse ipotesi. Taluni studiosi hanno affermato che Boucher possa aver realizzato l’opera per Luigi XV, su commissione di Lenormant De Tournehem, sovrintendente dei Batiments du Roi, e, per questo motivo, nel 1749, ne avrebbe sollecitato il pagamento di 2400 livres alla Direction des Batiments du Roi. Anche se, Charles Antoine Coypel, il direttore in carica, sostenne di non aver mai ordinato il dipinto a Boucher, e perciò l’opera venne lasciata in conto all’artista. Gli stessi critici ritengono che ciò possa essere realmente accaduto e che si sia trattato di un errore dell’artista, oberato al tempo da troppo lavoro. Altri, invece, hanno sostenuto che il dipinto sia stato commissionato a Boucher dal futuro duca di Choiseul, il quale nel dicembre del 1750 avrebbe dovuto sposare la figlia del finanziere Crozat, e che quindi potrebbe averlo voluto offrire come dono di nozze: in questo senso si sono volute riconoscere le fattezze dei due giovani sposi nel dio e nella “pastora” Isse. Mentre altri studiosi hanno ipotizzato che dietro le figure di Apollo e Isse vi fossero il re Luigi XV e la marchesa di Pompadour, ed in tal caso risulterebbe valida l’ipotesi di una commissione reale. Ora, al di là dei personaggi dell’epoca che potrebbero esser stati qui ritratti, riconosciamo sulla destra, seduta a terra, una figura femminile, caratterizzata come “pastora” dalla verga che tiene in una mano e dalle pecore alle sue spalle, che si rivolge con un’espressione di sorpresa verso un giovane biondo, con la faretra, definito inoltre dagli elementi recati dai putti sulle nuvole: la lira ed il carro con i cavalli. Si tratta evidentemente di Apollo, il dio arciere della musica e del Sole, che si rivela come tale alla fanciulla, che probabilmente ha ingannato poco prima, assumendo mentite spoglie, con l’intento di possederla. Una volta consumata l’unione, come suggeriscono gli sguardi languidi degli altri personaggi, ossia delle due ninfe d’acqua dolce in primo piano a sinistra, e i putti sulle nuvole, o ancora come suggerisce il fanciullo con due faci accese, simbolo della passione ardente, che si leva in volo sopra i due protagonisti, e come indicano anche l’atteggiamento e gli abiti scomposti della “pastora”, il dio si mostra qui in tutta la sua divinità. Ovidionelle Metamorfosi (VI, 122-124) fa illustrare quest’amore di Apollo ad Aracne nella tela tessuta durante la sfida contro Minerva: tuttavia, non può affermare con certezza che l’artista abbia utilizzato proprio quest’opera come fonte principale per il dipinto. Infatti, taluni critici hanno piuttosto sottolineato come la storia di Isse fosse stata resa popolare allora in Francia dalla pastorale eroica Issé di A. Houdar de la Mothe, ispiratosi alle Metamorfosi ovidiane, rappresentata per la prima volta nel 1697, ed in seguito più volte ripresa. Sembra anzi che Boucher avesse realizzato le scenografie per una di queste rappresentazioni, giacché nel Musee d’Amiens si conserva un bozzetto con tale soggetto, che perciò doveva essergli abbastanza familiare.

 

 

                                                                             Elisa Saviani