Giovanni Andrea dell’Anguillara, Le Metamorfosi di Ovidio, Venezia 1563 (I ed. 1561), VI, f. 93
Aranne contende con Pallade
Ma lasciato da parte il Re de l’onde
il biondo Apollo trasfigura, e pinge
che co i vaghi occhi, e con le chiome bionde
una ninfa Anfrisea l’infiamma, e stringe.
Tutto ei fra smorte piume il corpo asconde
e vola, e innanzi à lei sparvier si finge:
ella il prende, e ’l nutrisce, e ’n caccia il prova
d’un’altra forma poi la notte il trova.
Scopre come in Tessaglia andando a caccia
una formosa vergine Napea,
con un’orso crudel venne à le braccia,
e, s’aiuto un Leon non le porgea,
tutta questa l’havaria l’orso la faccia.
Ma Apollo, che Leon quivi parea,
uccise in suo favor l’horribil orso,
poi lasciò tutto humil mettersi il morso.
Giurò già di seguir senza consorte
la legge di Diana, e di Minerva
costei, c’hor lieta è de l’ orsina morte,
e d’haver quel Leon, che in caccia il serva,
ma, come il sonno a lei le luci ha morte,
di Venere il Leon la rende serva.
Si spoglia di quel pel’ l’amante ignoto,
e fe’ per forza à lei rompere il voto.
Aggiunse a questo un altro tradimento
d’Apollo volto à l’amorose trame,
ch’Issa, a cui già mortificato, e spento
havea il lascivo amor santo legame,
fingendo a lei voler guardar l’armento
in forma di pastor la rendè infame,
e ’l voto fatto à Delia romper feo
a la figlia già pia di Macareo.
Annotazione di Gioseppe Horologgi alla favola di Aracne
La trasformatione di Apollo poi in uno sparviere, per ingannare l’amata ninfa, ci dà ad intendere, che il lascivo non è molto differente da questo uccello, in procacciare cosi il dar compimento alle bramose sue voglie, ogn’hora con nova preda, come quello procaccia di satisfar alla fame con nove ripresaglie. Si trasformò ancora in leone per far’ acquisto della figliuola di Macareo, vergine votata, e sacrata a Diana; che significa che fa bisogno, che l’inamorato sia forte, & ardito, come il leone, se vuole violare la vergine amata, trovandola lontana da i pensieri amorosi.