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Ludovico Dolce, Le Trasformationi, Venezia 1553 (II ed.), canto XII (p. 130)

 

 

[…]

A tutti havea distinto effige e loco

con arte bella e con giudicio intero.

Formò il rettor del sempiterno foco,

c’hor divenne leon, quando sparviero;

come pastor hebbe diletto e giuoco

con Issa, e andò del suo desire altero.

[…].