
Titolo dell'opera: Proserpine enlevée
Autore:
Datazione: 1676
Collocazione: Isaac de Benserade, Les Métamorphoses d’Ovide en rondeaux imprimez et enrichis de figures par ordre de sa Majesté, et dediez à Monseigneur la Dauphin,Parigi1676, p. 137
Committenza: Luigi XIV di Borbone (1643-1715)
Tipologia: incisione
Tecnica: calcografia
Soggetto principale: Plutone rapisce Proserpina sul suo carro
Soggetto secondario: le compagne di Proserpina si disperano
Personaggi: Plutone, Proserpina, putto, compagne di Proserpina
Attributi: bidente, carro, cavalli (Plutone); torcia (putto)
Contesto: scena all'aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://etext.lib.virginia.edu/latin/ovid/1697r/1697r068.jpg
Bibliografia: Guthmüller B., Mito, poesia, arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni, Roma 1997, pp. 213-236.
Annotazioni redazionali: Le Métamorphoses d'Ovide en rondeaux di Isaac de Benserade (Prosfr18), poeta e librettista che gravita intorno alle corti di Luigi XIII e Luigi XIV, sono forse la più famosa rielaborazione del Seicento delle Metamorfosi di Ovidio: l'opera, commissionata da Luigi XIV per l'educazione del Delfino, presenta una serie di unità letterarie-figurative, come le precedenti rielaborazioni del capolavoro ovidiano. Ogni unità è composta da una citazione tratta dall'originale latino, da un breve riassunto in francese in prosa e dai versi del rondò, che costituiscono il nucleo fondamentale: a corredare il tutto, un'incisione su rame che descrive figurativamente il mito raccontato. Le calcografie sono opera di tre artisti – Le Clerc, Chauveau e Le Brun. Questa in esame appartiene all'unità dedicata al vero e proprio momento del rapimento di Proserpina. In primo piano, Plutone sta per risalire sul carro con la fanciulla in braccio, aiutato da un putto che con una mano stringe una torcia rivolta verso l'alto, simbolo della sua riuscita, e con l'altra afferra il polso della giovane, nell'atto di accompagnarla sul carro del rapitore. In lontananza, le compagne di Proserpina si disperano. L'iconografia risulta piuttosto semplice: l'unica novità, per quanto riguarda la storia delle illustrazioni delle Metamorfosi di Ovidio e delle sue rielaborazioni, che siano esse medievali o rinascimentali, è la presenza del putto, presente però in altre importanti opere che hanno fatto la storia del mito – come, ad esempio, i due dipinti di Rubens dedicati al soggetto (cfr. schede opere 55 e 62).
Roberta Diglio