
Titolo dell'opera: Il ratto di Proserpina
Autore: Nicolas Mignard (1606-1668)
Datazione: 1651
Collocazione: Milano, Galleria Silvano Lodi & Due
Committenza:
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela (116 x 141 cm)
Soggetto principale: Plutone rapisce Proserpina
Soggetto secondario: Venere e Cupido guardano la scena; Ciane cerca di impedire il rapimento; le compagne di Proserpina si disperano
Personaggi: Plutone, Proserpina, Ciane, compagne di Proserpina, Venere, Cupido
Attributi: carro, cavalli (Plutone); cestino, fiori (Proserpina); fonte (Ciane)
Contesto: scena all'aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://www.lodiedue.com/ratto/img/img-schede/ratto.jpg
Bibliografia: Marcel A., Mignard d’Avignon, Peintre et Graveur (1606-1668), “Mémoires Mémoires de l’Académie de Vaucluse”, XXXI, 1931, pp. 1-111; Schnapper A., Mignard d’Avignon (1606-1668), Catalogo della Mostra, Marsiglia 1979; Schnapper A., Après l’exposition Nicolas Mignard, in “Revue de l’Art”, 52, 1981, pp. 29-36; Breton A., La galerie de l’hôtel de Tonduty, in “Annuaire de la société des amis du palais des Papes”, 1997, pp. 77-85; Boyer J.C., Nicolas, Pierre, le Chevalier et les autres, in Curiosité. Études d’histoire de l’art en l’honneur d’Antoine Schnapper, réunies par Olivier Bonfait, Paris 1998, pp. 365-379.
Annotazioni redazionali: In questo dipinto, Nicolas Mignard – fratello maggiore di Pierre, in seguito conosciuto come “le romain” – rimane fedele al racconto delle Metamorfosi di Ovidio (Prosfc12). In alto, Venere ha ordinato a Cupido di colpire lo zio Plutone con una delle sue frecce d'amore: i due adesso siedono su delle nuvole. Al centro, il dio dell'Ade, colpito dalla freccia, afferra Proserpina e la trascina sul suo carro: la giovane dea stava raccogliendo dei fiori con alcune compagne che qui assistono sgomente alla scena – visibile è anche, vicino a loro, il cestino di fiori di Proserpina, riverso al suolo. Mignard delinea un vivido contrasto tra il rosso di Plutone, simbolo della passione, con la sua potente muscolatura, e l'estremo pallore, simbolo di fragilità, della sua vittima. Sembrerebbe, inoltre, che l'artista abbia in mente un altro celebre ratto: quello di Gian Lorenzo Bernini (cfr. scheda opera 58), nella posa del rapitore e nella tensione dei corpi che lottano; e soprattutto in un gesto, quello della fanciulla che cerca di spingere via da sé il dio, facendo presa sulla sua corona.
In primo piano, infine, la ninfa Ciane emerge dalle sue acque per rimproverare Plutone per la violenza, e allunga le mani per bloccargli il passaggio, in un atteggiamento che ricorda molto quello della Ciane raffigurata da Salomon (cfr. scheda opera 37).
L'artista inserisce altresì alcuni dettagli che possano far individuare ancora meglio la scena: il lago ai piedi della montagna e le distese fiorite. L'insieme di tutti questi elementi fa in modo che si possa individuare con precisione la fonte del dipinto proprio nelle Metamorfosi, e non in altri testi quali i Fasti (Prosfc13) o il De raptu Proserpinae di Claudiano (Prosfc24).
Boyer (1998) propone un'ipotesi per quanto riguarda il luogo e il committente dell'opera: Mignard potrebbe aver ideato ed eseguito questo ratto di Proserpina ad Avignone per l'abate Parfait, canonico di Notre-Dame de Paris, poiché nell'iscrizione dietro alla tela ritiene che si legga “Guillaume parfaict”.
Roberta Diglio