67: Ratto di Proserpina

Titolo dell’opera: Proserpina rapita da Plutone

Autore: Simone Pignoni (1611-1698)

Datazione: 1650-1660

Collocazione: Nancy, Musée des Beaux Arts

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (88 x 134 cm)

Soggetto principale: Plutone afferra Proserpina

Soggetto secondario:

Personaggi: Plutone, Proserpina

Attributi: fiamme degli Inferi (Plutone); fiori (Proserpina)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.iac-nancy.com/donnees/images/118.jpg

Bibliografia: Ewald G., Simone Pignoni, a little-known Florentine Seicento painter, in “The Burlington Magazine”, 106, 1964, pp. 218-226; Cantelli G., Per Simone Pignoni, in “Antichità viva”, 13, 1974, 2, pp. 18-31; Maffeis R., Ritratto di Simone Pignoni, in “Proporzioni”, 5, 2004, pp. 87-124.

Annotazioni redazionali: Filippo Baldinucci, nelle sue Notizie dei Professori del Disegno, un lavoro indispensabile per chi si accingeva a studiare la pittura del Barocco fiorentino, nomina Simone Pignoni molte volte, ma non gli dedica una Vita. Forse per un'antipatia personale dello storico nei confronti dell'artista, Pignoni è così destinato a finire nell'oblio per vari secoli. Eppure, tra i pittori fiorentini del Seicento, fu certamente uno degli artisti che ebbero più fama, ottenendo anche l'ammirazione dei suoi contemporanei, tra cui Carlo Maratta e Luca Giordano (Cantelli, 1974).

L'opera qui in esame mostra come l'artista abbia deciso di rappresentare il mito del rapimento di Proserpina in un modo diverso da quello della tradizione: sono presenti solo i due protagonisti, schiacciati nel formato 16/9, e vengono raffigurati solo nei loro busti. Non vi è carro, non vi sono cavalli, né un'ambientazione precisa: semplicemente Plutone, alle spalle di Proserpina, le afferra un braccio, mentre la fanciulla si volta spaventata verso il dio e sembra essere in atteggiamento di fuga.

Proserpina, proprio come raccontano le fonti, indossa una corona di fiori e tiene in mano un mazzolino, spampanato e scosso a causa della presa violenta del suo braccio da parte di Plutone. Alle spalle di lui, invece, si apre il rosso delle fiamme degli Inferi: così come la carne bianca di Proserpina contrasta con quella scura di Plutone, le fiamme che lo contraddistinguono come dio dell'Oltretomba fanno da contrappunto alla delicatezza dei fiori raccolti dalla giovane. La forte tensione tra l'uomo e la donna e il panneggio svolazzante di lei rendono questo quadro un'opera dal ritmo incalzante.

L’opera è nota in più redazioni, a partire da questa in esame, conservata nel Musée des Beaux Arts di Nancy; quindi quella del castello di Ambras, presso Innsbruck; infine quella emersa di recente (nel 2004) a Christie's, a New York.

 

Roberta Diglio