65: Ratto di Proserpina

Titolo dell'opera: Il ratto di Proserpina

Autore: Mattia Preti (1613-1699)

Datazione: 1640 ca.

Collocazione: Roma, Galleria Pallavicini, proveniente da Roma, Palazzo Colonna

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (85 x 73,5 cm)

Soggetto principale: Plutone rapisce Proserpina

Soggetto secondario:

Personaggi: Plutone, Proserpina, putti

Attributi: bidente, carro, cavalli (Plutone)

Contesto: scena all'aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://fe.fondazionezeri.unibo.it/foto/120000/110400/110220.jpg

Bibliografia: Pascoli L., Vite de' pittori, scultori, ed architetti moderni, per Antonio de' Rossi, Roma 1730, p. 72;Zeri F., The Pallavicini Palace and Gallery in Rome, in “The Connoisseur”, CXXXVI, 1955, p. 282; Zeri F., La galleria Pallavicini in Roma. Catalogo dei dipinti, Sansoni, Firenze 1959, pp. 198-199; Marini M., Mattia Preti, la sua visione e i suoi seguaci, in Mattia Preti, E. Corace, Roma 1989, pp. 143-158; Spike J.T., Mattia Preti. Catalogo ragionato dei dipinti, Centro Di, Firenze 1999, pp. 257-258.

Annotazioni redazionali: Questo Ratto di Proserpina, un Ratto di Europa e un Ratto di Ganimede – in origine insieme anche a un ratto di Endimione che è andato perduto – compongono una serie dedicata agli amori scandalosi degli dei dell'antichità ad opera di Mattia Preti, artista calabrese attivo anche a Roma, Napoli e Malta. Leone Pascoli, nelle sue Vite de' pittori, scultori, ed architetti moderni (1730) reputa la serie commissionata dalla famiglia Colonna, anche se la sua descrizione inesatta indica il fatto che non li conoscesse direttamente, e che reputasse erroneamente che fossero stati inviati in Spagna. Nel 1783, invece, Mattia Preti è stato scambiato per un inesistente “Cavalier Manenti scolaro di Lanfranco” (Spike, 1999). Bisogna aspettare il XX secolo per giungere all'esatta attribuzione: Federico Zeri, inoltre, nel suo catalogo della Galleria (1959), cita una comunicazione orale di Roberto Longhi del 1952, che datava la serie verso il 1640 e che sottolineava la provenienza da casa Colonna.

In questo dipinto, il dio rapisce l'amata sul suo carro mentre due putti volano attorno a loro, uno di questi tenendo in mano lo stesso bidente di Plutone. Mattia Preti sceglie di eseguire tutti i dipinti di questa serie in uno stile in aperta imitazione di quello neo-veneziano di Andrea Sacchi: lo dimostrano i tipi e le pose. Nel ratto di Proserpina, in particolare, la testa di Plutone è collocata assai in avanti rispetto alle spalle – un manierismo, questo, tipico di Sacchi (Spike, 1999).

 

Roberta Diglio