61: Ratto di Proserpina

Titolo dell'opera: Il ratto di Proserpina

Autore: Pieter Paul Rubens (1577-1640)

Datazione: 1636 ca.

Collocazione: Bayonne, Musée Léon Bonnat

Committenza: Filippo IV d'Asburgo (1605-1665)

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tavola (26 x 37 cm)

Soggetto principale: Plutone rapisce Proserpina sul suo carro; Minerva, Diana e Venere li inseguono

Soggetto secondario:

Personaggi: Plutone, Proserpina, Minerva, Venere, Diana, putti

Attributi: carro, cavalli (Plutone); cestino di fiori (Proserpina); elmo, scudo (Minerva); luna (Diana)

Contesto: scena all'aperto

Precedenti: Ratto di Proserpina, sarcofago, II sec. d.C., Roma, Palazzo Rospigliosi (cfr. scheda opera 08)

Derivazioni: Pieter Paul Rubens, Ratto di Proserpina, olio su tela, 1636-1638, Madrid, Museo del Prado (cfr. scheda opera 62)

Immagini: http://www.museebonnat.bayonne.fr/upload/oeuvres/big/94DE58137.jpg

Bibliografia: Jaffè M., Esquisses inédites de Rubens pour la Torre della Parada, in “Revue du Louvre”, 14, 1964, pp. 313-322; Alpers S., The decoration of the Torre de la Parada, in “Corpus rubenianum Ludwig Burchard”, IX, Arcade press, Bruxelles 1971, pp. 218-234; Jaffé M., Rubens. Catalogo completo, Rizzoli, Milano 1989, pp. 362-363; Díaz Padrón M., El siglo de Rubens en el Museo del Prado. Catálogo razonado de Pintura Flamenca del Siglo XVII, Editorial Prensa Ibérica, Barcelona 1995, pp. 916-917.

Annotazioni redazionali:  Tra il 1636 e il 1638 Rubens viene incaricato da Filippo IV d'Asburgo, tramite il Cardinale Infante Ferdinando, suo fratello, di decorare, con una serie di quadri a soggetto mitologico tratti in principal modo dalle Metamorfosi di Ovidio, le numerose stanze  della Torre della Parada, un padiglione di caccia situato sulla cima di una collina distante dieci miglia da Madrid: sarà l’ultimo importante ciclo diretto da Rubens. In una lettera del 20 novembre 1636, Ferdinando, che non è il diretto committente ma si occupa dei dettagli relativi all'esecuzione, informa il fratello che l'artista ha iniziato a lavorare avvalendosi dei suoi migliori collaboratori (tra cui ci saranno Jacob Jordaens, Cornelis de Vos ed Erasmus Quellinus), ma che Rubens stesso ha realizzato tutti i bozzetti preparatori ad olio. Dei sessantatre quadri, il maestro dipingerà solo quindici tele: questo Ratto di Proserpina è uno di quei casi in cui sia il bozzetto preparatorio che l'opera definitiva (cfr. scheda opera 62) sono di mano di Rubens.

Il soggetto mitologico del ratto di Proserpina, comunque, era stato già affrontato da Rubens tra il 1614 e il 1615 (cfr. scheda opera 55). La composizione resta, più o meno, la medesima – anch'essa, infatti, deriva dal rilievo di Palazzo Rospigliosi (cfr. scheda opera 08) – ma vi è anche qualche piccola differenza. Ad esempio, in questo dipinto la direzione del carro è opposta, i cavalli non sono più proiettati verso lo spettatore, e i personaggi sono di meno. Oltre a Proserpina, Plutone e due puttini che tirano il carro, annunciando l'esito dell'atto del dio, c'è Minerva che, a differenza del precedente dipinto, raggiunge ormai la spalla di Plutone; Diana, riconoscibile dalla mezzaluna sopra la sua testa – un accorgimento che usa anche Rembrandt nella sua versione del Ratto (cfr. scheda opera 60); e Venere, la terza dea che, secondo Claudiano (Prosfc24), è presente al rapimento. È curioso sottolineare come la posizione e il gesto di questa Proserpina ricordino di più la fanciulla raffigurata nel primo dipinto di Rubens dedicato al soggetto che la fanciulla dell'opera definitiva.

 

Roberta Diglio