57: Ratto di Proserpina

Titolo dell'opera: Ratto di Proserpina

Autore: Gian Lorenzo Bernini (1598-1680)

Datazione: 1620 ca.

Collocazione: Lipsia, Museum der bildenden Künste

Committenza:

Tipologia: disegno

Tecnica: sanguigna (125 x 99 mm)

Soggetto principale: Plutone rapisce Proserpina

Soggetto secondario:

Personaggi: Plutone, Proserpina

Attributi:

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni: Gian Lorenzo Bernini, Plutone che rapisce Proserpina, scultura, 1621-1622, Roma, Galleria Borghese (cfr. scheda opera 58)

Immagini: http://mora.sns.it/immagini/normal/S_3964.jpg

Bibliografia: Wittkower R.-Brauer, H. Die Zeichnungen des Gianlorenzo Bernini, I, Heinrich Keller, Berlin 1931, tav. 5a; Kauffmann H., Giovanni Lorenzo Bernini. Die figürlichen Kompositionen, Berlino 1970, p. 44, 46; Lavin I., Drawings by Gian Lorenzo Bernini, Princeton 1981, n. 1; Winner M., Il ratto di Proserpina, in Coliva A.-Schütze S., Bernini scultore. La nascita del Barocco in Casa Borghese, Edizioni De Luca, Catalogo della Mostra (Roma, 1998), pp. 180-203.

Annotazioni redazionali: A Lipsia è conservato uno schizzo in sanguigna, di mano di Gian Lorenzo Bernini, considerato come precedente del suo più famoso gruppo scultoreo raffigurante Plutone e Proserpina (cfr. scheda opera 58). Gli unici due personaggi raffigurati qui, però, sono la fanciulla e il suo rapitore; non è possibile stabilire se accanto alla gamba sinistra di Plutone fosse già presente Cerbero – potrebbe trattarsi, infatti, anche solo di un tronco d'albero (Winner, 1998). Quello che si vede senza ombra di dubbio è un “corpo a corpo” tra Plutone e Proserpina: il braccio destro della giovane tenta di liberarsi dalla presa del braccio destro dell'aggressore. Il sinistro, invece, è puntato con forza contro la testa del dio.

Chi ha analizzato questo disegno ha ipotizzato che il Bernini potesse aver preso a modello il bronzetto del Giambologna raffigurante Ercole e Anteo: e, in effetti, vi sono delle somiglianze nel modo in cui Giambologna ha rappresentato il tentativo di Anteo di liberarsi dalla stretta di Ercole. Questi Plutone e Proserpina, tuttavia, sono posti frontalmente rispetto all'osservatore: in tal modo, Bernini può mettere in evidenza come il dio degli Inferi, a gambe larghe e con le ginocchia piegate a causa del peso, abbia afferrato da dietro la fanciulla che gli fuggiva e come la stia sollevando da terra mentre lei tenta di resistergli. Invece nel marmo - come si vedrà - l'artista vorrà immortalare il movimento della fuga e della corsa.

Nello schizzo, inoltre, Proserpina usa la gamba sinistra come leva per liberarsi, facendo forza contro la coscia di Plutone; nell'opera finale, invece, i suoi piedi scalceranno in aria impotenti, poiché la stretta del dio sarà ben salda, con il braccio sinistro attorno al suo busto e il destro intorno alle sue cosce.

Nel disegno, infine, i due personaggi sono disposti chiasticamente come due lottatori incrociati, mentre nella scultura le due figure verranno accostate, anche se i due corpi tenderanno in due direzioni opposte. Questo modo di disporre in parallelo due figure che lottano si trova già in un bronzetto di Pietro Antonio da Barga raffigurante Plutone e Proserpina, risalente al 1587 circa e conservato al Museo Bargello (cfr. scheda opera 47).

 

Roberta Diglio