
Titolo dell'opera: Ratto di Proserpina
Autore: Pieter Paul Rubens (1577-1640)
Datazione: 1614-1615 ca.
Collocazione: Parigi, Musée du Petit Palais
Committenza:
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tavola (38 x 67 cm)
Soggetto principale: Plutone rapisce Proserpina sul suo carro; altre divinità li inseguono
Soggetto secondario:
Personaggi: Plutone, Proserpina, Minerva, Venere, Diana, Ciane, compagne di Proserpina, putto
Attributi: carro, cavalli (Plutone); cestino di fiori (Proserpina); elmo, scudo, lancia (Minerva)
Contesto: scena all'aperto
Precedenti: Ratto di Proserpina, sarcofago, II sec. d.C., Roma, Palazzo Rospigliosi (cfr. scheda opera 8)
Derivazioni: Pieter Paul Rubens, Ratto di Proserpina, dipinto andato distrutto; Pieter Claesz Soutman, Ratto di Proserpina, incisione, 1620-1625, Londra, British Museum (cfr. scheda opera 56)
Immagini: http://petitpalais.paris.fr/sites/default/files/imagecache/oeuvre_md/rubens_proserpine.jpg
Bibliografia: Puyvelde L. van, The sketches of Rubens, Londra 1947, p. 43; Jaffé M., Rubens. Catalogo completo, Rizzoli, Milano 1989, pp. 249-250; Rembrandt Research Project, A corpus of Rembrandt paintings, I, M. Nijhoff, L'Aia 1982, pp. 365-372.
Annotazioni redazionali: Questo Ratto di Proserpina risale al periodo classico di Rubens e si basa su un rilievo di un sarcofago (cfr. scheda opera 8) che egli aveva visto e disegnato a Roma nella collezione di Scipione Borghese, forse anche prima che esso fosse collocato, intorno al 1607, sul muro esterno del casino di Palazzo Borghese, oggi Palazzo Rospigliosi (Jaffé, 1989).
La scena si svolge all'aperto. I personaggi che si vedono sono Plutone e Proserpina, tradizionalmente raffigurati come rapitore e rapita, e altre figure femminili: alcune in piedi nell'atto di inseguirli, una aggrappata alla veste di Proserpina, altre in un acquitrino non bene identificato. L'unica figura di donna chiaramente riconoscibile è Minerva, con elmo, scudo e lancia. Secondo Claudiano (Prosfc24) il rapimento è stato combinato da Giove, Plutone e Venere, scatenando le ire di Diana e Minerva che, ignare, stavano raccogliendo fiori con Proserpina. Il motivo di Minerva e di altre divinità presenti al rapimento era stato già ampiamente sviluppato nell'arte classica ma poi, nei secoli, si è perso: in questo dipinto la dea viene raffigurata per la prima volta dopo tanti secoli. Tra le altre figure femminili, inoltre, potrebbero esserci anche Diana o Venere, e sicuramente Ciane, che molto probabilmente è la fanciulla che si getta dietro al carro e si aggrappa alla veste di Proserpina, nell'estremo tentativo di trattenerla (Jaffé, 1989).
Inoltre, si può notare una strettissima vicinanza tra il cavallo raffigurato in primo piano e quello del dipinto conservato nel Fitzwilliam Museum di Cambridge (cfr. scheda opera 45), somiglianza così chiara che il nostro artista potrebbe esserne stato effettivamente a conoscenza. Ciò può anche essere spiegato con il fatto che un'opera di Tintoretto, ormai perduta, fosse stata il prototipo comune per tutti e due: un Raptus Proserpinae di Tintoret Vecchio era tra i dipinti che Sir Dudley Carlton, l'ambasciatore inglese presso l'Aia, aveva acquistato da Rubens nel 1618 in cambio della sua collezione di scultura antica (Rembrandt Research Project, 1982).
Quest'olio su tavola sarà il modello per un'altra composizione del ratto di Proserpina, sempre ad opera di Rubens, un olio su tela del 1619-1620 circa che si trovava nella collezione del primo duca di Marlborough, ma che andrà perduto in seguito a un incendio che il 5 febbraio 1861 distruggerà un'intera ala di Blenheim Palace (Jaffé, 1989). La composizione, però, sarà anche incisa da Pieter Soutman, e la sua acquaforte è ora conservata al British Museum (cfr. scheda opera 56).
Esiste un altro Ratto di Proserpina ad opera di Rubens, ma più tardo, poiché risale al 1636-1638 (cfr. scheda opera 62). Realizzato per la Torre de la Parada e ora conservato al Museo del Prado di Madrid, presenta alcune differenze con questo primo. Puyvelde (1947), invece, considera proprio l'opera qui in esame l'originale della serie della Torre de la Parada.
Roberta Diglio