
Titolo dell'opera: La Terra: Plutone e Proserpina tra Cibele e Cerere
Autore: Jacopo Zucchi (1542-1596)
Datazione: 1574-1575
Collocazione: Roma, Palazzo Firenze, Sala degli Elementi
Committenza: Ferdinando I de' Medici (1549-1609)
Tipologia: pittura parietale
Tecnica: affresco
Soggetto principale: Plutone insegue Proserpina
Soggetto secondario: Cerere e Cibele sembrano osservare la scena
Personaggi: Plutone, Proserpina, Cerbero, Cerere, Cibele
Attributi: Cerbero (Plutone); spighe di grano, carro, serpente (Cerere); tympanon, scettro, leone (Cibele)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://warburg.sas.ac.uk/vpc/pdfs/00001676.pdf#view=fit
Bibliografia: Montini R.U., Palazzo Firenze, Istituto di Studi Romani, Roma 1958; Morel P., Ferdinand de Medicis et Jacopo Zucchi au Palazzo Firenze, in La Villa Médicis. Le Parnasse astrologique. Le décors peints pour le cardinal Ferdinand de Médicis. Etude iconologique, III, Académie de France à Rome-Ecole Française de Rome, Roma 1991, pp. 11-43; Cieri Via C., L'arte delle Metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos, Roma 2003, pp. 282-285.
Annotazioni redazionali: Nel 1550 papa Giulio III acquista il palazzo, già appartenuto al Segretario Apostolico Giacomo Cardelli da Imola, che si estende su un ampio terreno tra le attuali via di Ripetta, via del Clementino, vicolo della Lupa, via dei Prefetti e l'attuale piazza di Firenze – nota al tempo come piazza de' Ricci – e ne fa l'abitazione del fratello Balduino del Monte, che ne cura sia un intervento architettonico che una decorazione interna. Morto Giulio III nel 1555, Balduino nomina erede il figlio naturale Fabiano, che però, alla morte del padre, non riesce a entrare in possesso dei suoi beni, confiscati dalla Reverenda Camera Apostolica. Solo l'intervento del Duca di Firenze, Cosimo I de' Medici, gli permette di vincere la causa: Fabiano, riconoscente, dona il palazzo a papa Pio IV affinché lo trasferisca al Duca: da allora, il palazzo prende il nome di Palazzo del Duca o di Firenze.
Abitato prima dal cardinale Giovanni de' Medici, dopo la sua morte ospita il fratello Ferdinando, al quale risale una nuova campagna decorativa. È Jacopo Zucchi, al servizio della famiglia fiorentina già dal 1572, che viene incaricato della decorazione di due ambienti al secondo piano: la Sala delle Stagioni e la Sala degli Elementi.
In quest'ultima, il riquadro centrale è dedicato a Demogorgone e la separazione degli elementi, mentre le vele sono dedicate ciascuna a uno dei quattro elementi, rappresentato da una scena centrale di soggetto mitologico e da due figure laterali. Per la Terra vengono raffigurati Plutone e Proserpina, inquadrati tra le figure di Cibele, a sinistra, e di Cerere, a destra. La raffigurazione dei due protagonisti si discosta da quella classica in cui il dio dell'Ade tiene ben salda la fanciulla, che si dibatte tra le sue braccia: questa è la rappresentazione di un inseguimento, che si conclude con Plutone che riesce infine ad afferrare il polso della sua amata, pronto a trascinarla con sé sul suo carro, e poi giù nell'Ade. Ma il carro non si vede ancora: oltre a Plutone e Proserpina, nel riquadro centrale si vede solo Cerbero, con le sue tre teste, tra i piedi dei due, attributo di Plutone e prefigurazione di ciò che attende Proserpina: cioè gli Inferi.
Nei riquadri laterali, a sinistra si può scorgere Cibele, un'antica divinità anatolica venerata come Grande Madre, dea della natura, degli animali e dei luoghi selvatici. La dea viene rappresentata con i suoi classici attributi: a destra stringe uno scettro e ai suoi piedi un leone, mentre a sinistra è poggiata sul tympanon, uno strumento musicale comunemente associato ai culti di origine orientale. Nel riquadro laterale destro, invece, vi è Cerere, madre di Proserpina e dea della terra e della fertilità: qui viene raffigurata sul suo classico carro trainato da un serpente, mentre stringe nella mano destra due spighe di grano. Sarà proprio lei a cercare la figlia rapita da Plutone, così come racconta Ovidio.
Roberta Diglio