45: Ratto di Proserpina

Titolo dell'opera: Il ratto di Proserpina

Autore: Christoph Schwarz (1545 ca.-1592)

Datazione: 1573 ca.

Collocazione: Cambridge, Fitzwilliam Museum

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (66 x 95,9 cm)

Soggetto principale: Plutone rapisce Proserpina sul suo carro

Soggetto secondario: Ciane cerca di impedire il rapimento

Personaggi: Plutone, Proserpina, Ciane

Attributi: carro, cavalli (Plutone)

Contesto: scena all'aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www-img.fitzmuseum.cam.ac.uk/img/pdp/pdp2/1778.jpg

Bibliografia: Dubois de Saint-Gelais L.F., Description des Tableaux du Palais Royal, Paris 1727, p. 286; Couché J., La galerie du Palais Royal, Paris 1786; Collection of pictures of W.G. Coesvelt, James Carpenter, London 1836; Frankl P., Die Persephone-Bilder von Lambert Sustris, Rubens und Rembrandt, Oud-Holland, 55, 1938, pp. 156-164; Tietze-Conrat E., Archeologia tizianesca, in “Arte Veneta”, 10, 1956, pp. 82-89; Berenson B., Italian pictures of the Renaissance: a list of the principal artists and their works, with an index of places. Venetian school, Phaidon Press, London 1957; Geissler H., Christoph Schwarz, Tesi di Laurea, Friburgo in Brisgovia 1960; Ballarin A., Profilo di Lamberto d'Amsterdam (Lamberto Sustris), in “Arte Veneta”, 16, 1962-1963, pp. 61-81; Goodison J.W., Catalogue of Paintings in the Fitzwilliam Museum, Cambridge. Italian School, Cambridge University Press, Cambridge 1967, pp. 187-190; Rembrandt Research Project, A corpus of Rembrandt paintings, I, M. Nijhoff, L'Aia 1982, pp. 365-372; Meijer B.W., New Light on Christoph Schwarz in Venice and in the Veneto, in “Artibus et Historiae”, 20, 39, 1999, p. 131.

Annotazioni redazionali: La tela illustra la vicenda del rapimento di Proserpina ad opera di Plutone che, innamoratosi di lei, la trascina via sul suo carro. A reagire, la ninfa Ciane, che qui vediamo aggrappata al cocchio nell'estremo tentativo di trattenerlo. L'opera, conservata al Fitzwilliam Museum di Cambridge, è stata infine recentemente catalogata sotto il nome di Christoph Schwarz, ma in passato è stata a lungo attribuita a Lambert Sustris (Meijer, 1999).

Le più antiche notizie a riguardo risalgono al Settecento: il Couché, nella sua celebre opera La galerie du Palais Royal, edita a Parigi nel 1786, parla di un ratto di Proserpina appartenente alla collezione del Duca di Orléans e attribuito a “Lambert Suster”, definito pittore dell'École Venitienne. Il Ratto, comunque, era stato menzionato già nel 1727, come opera di “Lambert Zustrus”, nella Description des Tableaux du Palais Royal di Dubois de Saint-Gelais e sembra che fosse entrato a far parte della collezione del Duca di Orléans nel 1703 da un'altra collezione francese.

Dopo le testimonianze settecentesche, le successive informazioni su questo Ratto risalgono al 1836, quando viene riprodotto in un'incisione di Ferdinand Joubert – con un'attribuzione a Tiziano – tra i dipinti della collezione inglese di William Coesvelt.

Quando il dipinto ricompare a Cambridge, dopo esser passato per le mani di diversi proprietari, il Frankl (1938) ne ricostruisce le vicende: probabilmente era entrato in Francia nel Seicento attraverso Monaco o Augusta (dove forse era appartenuto ai Fugger), come altri dipinti di Sustris.

Intanto, l'attribuzione del dipinto comincia a complicarsi: in una stampa di Raphael Sadeler il Giovane, databile al 1600 circa, il Ratto è definito come opera di Christoph Schwarz. Nel 1960 il Geissler sposa l'attribuzione del Sadeler: secondo lui, la tela sarebbe stata dipinta da Schwarz a Venezia nei primi anni Settanta del Cinquecento, quando risentiva ancora dell'influsso del Sustris, come in tutte le altre opere successive al suo soggiorno veneziano.

Alessandro Ballarin (1962), invece, ritiene che, a prescindere dalla citazione del Sadeler, l'attribuzione a Sustris debba essere confermata non solo dagli inventari francesi e dalla tradizione collezionistica, ma anche dall'analisi stilistica. Egli condivide la datazione verso il 1565 proposta dal Frankl e vede questo dipinto come “la spia più bella” per recuperare la produzione del Sustris negli anni Sessanta, una produzione che risente in maniera palese dell'insegnamento di Tiziano.

Anche la studiosa Tietze-Conrat (1956) vedeva l'insegnamento di Tiziano in questa composizione, facendo inoltre riferimento all'esistenza di un prototipo tizianesco: un dipinto che sarebbe andato perduto, commissionato da Federico Gonzaga nel 1537.

La composizione di questo ratto avrà una notevole fortuna: come nota Frankl, sarà tenuta presente sia da Rembrandt (cfr. scheda opera 60) che da Rubens nel suo dipinto ora conservato al Petit Palais di Parigi (cfr. scheda opera 55). Per quanto riguarda quest'ultimo, infatti, si può notare una forte somiglianza tra i due cavalli in primo piano. Si è parlato anche di un altro possibile prototipo, forse comune: un'opera di Tintoretto andata perduta, annoverata tra i dipinti che Sir Dudley Carlton, l'ambasciatore inglese presso l'Aia, aveva acquistato da Rubens nel 1618 in cambio della sua collezione di scultura antica (Rembrandt Research Project, 1982).

 

Roberta Diglio