31: Ratto di Proserpina

Titolo dell'opera: Ratto di Proserpina

Autore: Bottega di Mastro Giorgio Andreoli

Datazione: 1537

Collocazione: Gubbio, Museo di Porta Romana

Committenza:

Tipologia: coppa

Tecnica: maiolica (ø 27 cm)

Soggetto principale: Plutone rapisce Proserpina

Soggetto secondario: due compagne di Proserpina assistono alla scena

Personaggi: Plutone, Proserpina, compagne di Proserpina

Attributi: carro, cavallo (Plutone)

Contesto: scena all'aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.museoportaromana.it/piattomg.jpg

Bibliografia: Bojani G.C.-Seppilli T., La tradizione ceramica in Umbria. Dall'antichità al Novecento, Perugia 1995, p. 62; Mattei P.-Cecchetti T., Mastro Giorgio, Perugia 1995, p. 104; Bojani G.C., Mastro Giorgio da Gubbio: una carriera sfolgorante, Centro Di, Firenze 1998, p. 84.

Annotazioni redazionali: Questo pezzo d'arte è un esempio abbastanza tardo di istoriato arricchito col lustro, il cui uso verso il 1540 comincia già a diradare. La tecnica del lustro, reintrodotta dopo secoli da Mastro Giorgio Andreoli da Gubbio, consisteva nell'applicare su una ceramica già cotta una pellicola di sostanze metalliche che, in seguito a una successiva cottura a piccolo fuoco, determinava effetti di iridescenza.

Questa coppa, sul basso piede, reca l'episodio del ratto di Proserpina. Sullo sfondo di un paesaggio montuoso si intravedono gli edifici di una città, mentre in primo piano Plutone, ignudo, rapisce Proserpina sul suo carro, alla presenza di due compagne (una è di spalle). Sul retro della coppa si dispongono radialmente quattro cespi di foglie ricurve, mentre al centro si legge la scritta “1537 M°G”. Come spesso accade, è impossibile dire con certezza se la coppa sia stata interamente eseguita presso la bottega di Giorgio Andreoli, o forse da un urbinate che vi lavorava, oppure se vi sia stata soltanto lustrata. Ad ogni modo, l'autore appare sicuramente di formazione urbinate, ma arcaizzante nei tratti seppur morbido nelle sfumature.

 

Roberta Diglio