
Titolo dell’opera: Ratto di Proserpina
Autore: Pinturicchio (bottega di)
Datazione: 1509
Collocazione: New York, Metropolitan Museum, Golden Room, proveniente da Siena, Palazzo Petrucci (o del Magnifico)
Committenza: Pandolfo Petrucci (1452-1512)
Tipologia: pittura parietale
Tecnica: affresco staccato (78,7 x 80,7 cm)
Soggetto principale: Plutone rapisce Proserpina sul suo carro; Mercurio e un putto li accompagnano
Soggetto secondario: Cerere è alla ricerca della figlia
Personaggi: Plutone, Proserpina, Cerere, Mercurio, putto
Attributi: carro, cavalli (Plutone); serpente, torcia (Cerere); caduceo, elmo (Mercurio); faretra (putto)
Contesto: scena all'aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://www.metmuseum.org/Imageshare/es/large/25412.jpg
Bibliografia: Petrioli Tofani A.M., Per Girolamo Genca, in “Paragone”, 20, 1969, pp. 18-36; Tátrai V., Gli affreschi del Palazzo Petrucci a Siena: una precisazione iconografica e un ipotesi sul programma, in “Acta historiae artium Academiae Scientiarum Hungaricae”, 24, 1978, pp. 177-183; Zeri F.-Gardner E., Italian paintings. Catalogue of the collection of the Metropolitan Museum of Art; Sienese and central Italian schools, Pozza, Vicenza 1980, pp. 67-69; Sricchia Santoro F., “Ricerche senesi”: il Palazzo del Magnifico Pandolfo Petrucci, in “Prospettiva”, 29, 1982, pp. 24-30; Cieri Via C., L’arte delle Metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos, Roma 2003, pp. 339-341; Terziani R., Un'ipotesi innovativa sui palazzi di Giacoppo e Pandolfo Petrucci e di Antonio Bichi: politica e architettura a Siena nel Rinascimento, in “Accademia dei Rozzi”, 15, 2008, 29, pp. 45-52.
Annotazioni redazionali: È il 1814 quando il Metropolitan Museum di New York acquista un soffitto proveniente da Palazzo Petrucci a Siena (Zeri-Gardner, 1980), attribuito alla bottega del Pinturicchio, che un tempo copriva una stanza del secondo piano, mentre le pareti erano decorate da affreschi di Luca Signorelli, Girolamo Genga e dello stesso Pinturicchio (Petrioli Tofani, 1969; Tàtrai, 1978). Il soffitto, invece, presentava stucchi dorati che riquadravano pannelli a fresco di vario formato – tondi, ovali, esagonali – secondo il modello della Volta Dorata della Domus Aurea neroniana. Si tratta soprattutto di soggetti mitologici, tra cui questo ratto di Proserpina. Probabilmente, la stanza doveva far parte degli appartamenti privati riservati dal committente Pandolfo Petrucci (detto “il Magnifico”) a suo figlio Borghese per le nozze con Vittoria Piccolomini, celebrate nel 1509, anno in cui la critica è solita fissare anche la datazione dei dipinti. Infatti, i soggetti scelti per il soffitto vanno a illustrare l'unione di forze maschili con forze femminili, exempla per la giovane coppia di sposi, mentre nelle pareti sono principalmente rappresentati temi di celebrazione personale e familiare riguardanti il committente.
La formella dedicata al ratto di Proserpina presenta delle somiglianze con la raffigurazione di Pinturicchio nella Libreria Piccolomini (cfr. scheda opera 23), ma questo non è sufficiente ad assicurargli la paternità anche di questa composizione.
Ad ogni modo, si decide di raffigurare, oltre a Plutone e Proserpina sul carro guidato dai cavalli del dio, e accompagnati da un puttino, anche altri due personaggi che erano soliti apparire principalmente nelle rappresentazioni classiche: Mercurio, riconoscibile dal caduceo e dall'elmo, e Cerere, nell'atto di cercare sua figlia, con una torcia sulla spalla, proprio come racconta Ovidio (Prosfc12), e un serpente ai suoi piedi. Il rettile, in particolar modo, è assimilabile a Cerere poiché il carro della dea, nelle rappresentazioni classiche, era guidato proprio da serpenti.
Attualmente, la ricomposizione dell'intero soffitto viene esposta dal Metropolitan Museum di New York in una stanza apposita: la Golden Room.
Roberta Diglio